{{IMG_SX}}Chieti, 21 gennaio 2008 - Quattro 19enni della provincia di Chieti sono stati arrestati oggi dalla squadra mobile di Pescara per una violenza sessuale di gruppo avvenuta nel 2006 ai danni di una ragazza che all'epoca aveva 14 anni, anche lei della provincia di Chieti. Un quinto giovane è ricercato, mentre la posizione di un altro, che nel 2006 era maggiorenne, è ancora al vaglio. A denunciare il fatto al personale della mobile è stata proprio la vittima della violenza, a febbraio 2007, perchè era perseguitata dal gruppetto. 

 

La violenza di gruppo è avvenuta tra il 25 e il 26 febbraio 2006 a casa della nonna di uno dei ragazzi. La vittima è stata invitata con un'amica ma quest'ultima è andata via, verso mezzanotte, mentre la 14enne è rimasta e, in base a quanto ha riferito la polizia, ha bevuto vino in quantità, con del sonnifero. Ubriaca, ha quindi subito la violenza da cinque ragazzi, contro la sua volontà, e tutto è stato ripreso con dei telefonini. Dopo il fatto i giovani hanno cominciato a minacciarla di pubblicare su internet il video dello stupro, e di farlo vedere ai suoi genitori, per cui la ragazzina si è vista costretta ad accettare nuovi incontri e in più occasioni ha avuto rapporti orali con uno dei minorenni. Nella vicenda si è trovato coinvolto anche il fidanzatino della 14enne, un giovane di Guidonia: il gruppetto del chietino gli ha inviato, tramite sms, uno stralcio del video dello stupro, con la richiesta esplicita di farsi da parte e di lasciare la ragazza a loro.

 


Il giovane è stato anche minacciato di morte, per cui ha contattato la polizia ferroviaria per riferire della violenza, e la polfer ha girato il caso alla mobile. Da oggi quattro dei cinque responsabili della violenza sono agli arresti domiciliari ma le misure cautelari sono state precedute da un iter piuttosto lungo. Il gip ha infatti rigettato parzialmente la richiesta di ordinanza di custodia cautelare, ma la Procura è andata avanti per cui c'è stato il ricorso in appello e poi in Cassazione, con l'intervento dei difensori dei ragazzi. Il video è stato sequestrato dalla mobile. Del caso si è occupato il pm Antonietta Picardi, della Procura della Repubblica dei minorenni dell'Aquila.