{{IMG_SX}}Roma, 15 gennaio 2008 - Gli interessi della mafia nigeriana passano dalla tratta degli esseri umani, allo sfruttamento della prostituzione fino ad arrivare al traffico di stupefacenti con il coinvolgimento di numerosi Stati. È quanto è stato scoperto con l'operazione coordinata dalla Procura Nazionale Antimafia e dalla Direzione distrettuale di Napoli che ha portato, da parte del Gip del Tribunale di Napoli all'emissione di 66 arresti. Le indagini partite sin dal 2006 hanno interessato i carabinieri del Ros, del Comando provinciale di Viterbo, gli investigatori del Servizio Centrale Operativo della polizia, gli agenti della squadra mobile di Napoli e i finanzieri del Goa.

 

In Italia gli arresti sono stati eseguiti in Campania, nel Veneto, in Lombardia, Piemonte e Lazio mentre nel corso dell'operazione sono stati eseguiti altri 100 arresti in Olanda, Stati Uniti, Inghilterra, Germania, Francia, Spagna, Belgio, Nigeria e in alcuni paesi dell'Asia. la Procura distrettuale di Napoli grazie alle rogatorie internazionali hanno potuto portare a termine l'operazione con la cooperazione della Direzione degli Affari Penali del Ministero della Giustizia e del Servizio di Cooperazione internazionale-Interpol.

 

Una prima fase dell'operazione ha avuto inizio nel maggio del 2006 da parte della squadra mobile di Napoli e ha interessato il traffico di sostanze stupefacenti partendo da un gruppo di nigeriani residenti nella provincia del capoluogo campano. In particolare il gruppo era impegnato nel traffico internazionale di droga, di eroina, cocaina e ice utilizzando corrieri di numerose nazionalità. La droga veniva smerciata nelle città di Napoli, Milano, Roma e Torino. I nigeriani residenti in Italia avevano contatti con altre cellule dell'organizzazione in 25 paesi in tutto il mondo e anche con gli Stati indicati come produttori di stupefacenti come Colombia, Turchia, Afghanistan e Pakistan.

 

Le successive indagini condotte con il coordinamento della Direzione centrale Servizio antidroga hanno permesso di risalire a 150 corrieri e sequestrare 200 chili di sostanze stupefacenti. La droga veniva introdotta in Italia tramite i corrieri con diversi metodi, ma il più diffuso era quello di ingerire gli ovuli.

 

L'organizzazione nigeriana si affidava a corrieri di diverse nazionalità e questo per evitare i controlli; spesso in uno stesso aereo venivano imbarcati anche fino a 20 corrieri di diverse nazioni tutti con ovuli contenente stupefacente nello stomaco. In questo modo era più facile passare inosservati ai controlli delle forze dell'ordine.

 

I carabinieri del reparto operativo di Viterbo nel corso della stessa inchiesta ad Amsterdam, in collaborazione con gli investigatori locali hanno sequestrato un ingente somma di denaro e nell'abitazione di un nigeriano hanno rinvenuto un libro mastro dove erano segnati i nominativi e i numeri di telefono di circa 300 corrieri di diverse nazionalità. Il libro mastro riportava anche la contabilità dell'associazione con i relativi profitti di diverse centinaia di migliaia di euro. I corrieri reclutati dalla organizzazione erano per lo più rumeni, bulgari, polacchi, tedeschi e spagnoli.

 

Nel febbraio del 2007 i carabinieri del Ros, in collaborazione con la polizia olandese, hanno avviato una indagine sulla tratta di donne nigeriane, anche minorenni, che venivano introdotte illegalmente nei paesi europei per essere poi sfruttate con la prostituzione. Su questo versante è stata accertata la scomparsa di oltre 100 giovani nigeriane che arrivavano ad Amsterdam ed ottenevano l'asilo politico dichiarando di essere vittime della tratta di persone. Queste donne una volta inserite nei centri di accoglienza per stranieri dell'Olanda venivano nuovamente contattate dalla organizzazione criminale che forniva loro dei falsi documenti e le trasferiva poi in Italia, in Francia, Irlanda, Gran Bretagna e Spagna dove venivano ridotte in schiavitù.

 

Il procuratore Grasso ha voluto precisare, però, che anche la stessa Olanda dovrà fare più controlli nei centri di assistenza da dove queste ragazze nigeriane riescono a scappare con molta facilità. Queste donne nel momento in cui si affidavano all'organizzazione in Nigeria contraevano un debito di circa 60 mila euro. Il controllo di queste ragazze veniva poi affidato alle cosiddette 'madames' che le avviavano alla prostituzione ricorrendo anche a pratiche magico-esoteriche di natura voodoo. La maggioranza delle ragazze proveniva dal sud della Nigeria, Lagos o Benin City per sfuggire a una disperata situazione economica e pensando di trovare all'estero una migliore condizione di vita.

 

L'organizzazione reintroduceva i guadagni della tratta umana e dello sfruttamento sessuale in Nigeria anche attraverso i canali del Money-Transfer. Questo denaro veniva poi reinvestito in altre attività illecite, in particolare quello del settore degli stupefacenti. I finanzieri del nucleo della polizia tributaria di Roma e di Napoli hanno accertato che l'organizzazione utilizzava per i trasferimenti compagnie aeree Low Cost e per arrivare in Italia, in particolare allo scalo di Fiumicino o a Capodichino transitavano sempre dall'Olanda. I biglietti venivano acquistati con carte di credito.

 

Ultimo aspetto di interesse della organizzazione su cui saranno compiuti accertamenti è quello della tratta dei minorenni destinati alle adozioni illegali e che secondo una ipotesi investigativa sono stati forse impiegati per altri scopi come quello del traffico degli organi. In particolare, è stato accertato un episodio del sequestro di un bambino nigeriano poi finito in Italia a Dolo in provincia di Padova per essere adottato illegalmente. Nel corso di questa ultima indagine grazie alla collaborazione delle autorità nigeriane è finito in manette un poliziotto nigeriano che aveva i contatti con l'organizzazione ed è stato anche arrestato il responsabile dell'orfanotrofio.