{{IMG_SX}}Roma, 5 maggio 2007 - Confermato il divieto di conservazione del cordone ombelicale in banche private.
L'ordinanza, firmata ieri dal ministro della Salute Livia Turco su «misure urgenti in materia di cellule staminali da cordone ombelicale» stabilisce, infatti, che l'attività di conservazione del sangue cordonale potrà essere effettuata esclusivamente dalle banche di strutture pubbliche o assimilate.


L'ordinanza - che sarà illustrata dallo stesso ministro oggi in occasione della presentazione della campagna a favore della donazione di organi e tessuti, al ministero della Salute - consente però, per la prima volta, la possibilità per le donne di conservare il proprio cordone per uso autologo, anche in quei casi in cui il neonato non sia affetto o a rischio di patologie per le quali è già oggi provata l'utilità del trapianto.

 

Per garantire un principio di equità è intenzione del ministro della Salute far sì che questa norma, che prevede il pagamento delle spese di conservazione per la parte riservata all'uso autologo, garantisca comunque fasce di esenzione per reddito.


L'ordinanza, presentata oggi al ministero della Salute, sostituisce la precedente, elaborata dall'ex ministro della Salute Girolamo Sirchia, in scadenza il 9 maggio.

L'ORDINANZA

L'ordinanza, attualmente all'esame della Corte dei Conti, prevede che la conservazione del cordone a seguito di donazione, senza oneri a carico delle donatrici, sia prevista nei seguenti casi: per uso allogenico, a scopo solidaristico; per uso dedicato al proprio neonato o a consaguineo che al momento della raccolta del cordone siano affetti da una patologia per la quale può essere utile un eventuale trapianto di cellule cordonali; per uso dedicato, nel caso di famiglie ad alto rischio di avere figli affetti da malattie geneticamente determinate per le quali risulti appropriato il trapianto.


«In ogni caso - ha precisato il ministro Turco - con questo documento abbiamo voluto dare gli indirizzi per un'iniziativa legislativa che disciplini le modalità e le condizioni per la conservazione a uso autologo del cordone». L'orientamento del ministro della Salute, indicato nella stessa ordinanza, è comunque quello di consentire tale possibilità limitatamente a una quota del cordone, lasciando l'altra parte del cordone per fini solidaristici.


Turco auspica inoltre che «il provvedimento legislativo richiamato dall'ordinanza, essendo già in discussione al Parlamento disegni di legge sulla conservazione del cordone, possa trovare un'attuazione rapida e di concerto tra Governo e Parlamento. La decisione di preannunciare una disciplina normativa che consenta la conservazione dei cordoni a uso autologo - ha voluto sottolineare infine il ministro della Salute - non è stata sollecitata dalla spinta mediatica, ma dalla necessità di contrastare speculazioni commerciali basate su messaggi e promesse ingannevoli».