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Vettel visto con occhiali…schumacherianiLeo Turrini - 29 luglio 2019

Ricordo a tutti che fino all’1 agosto è possibile pormi domande sotto il post della settimana scorsa.

Rispondero’ dopo il Gp di Ungheria.

Sulla coda del Vettel-gate, ospito volentieri l’opinione del cofondatore (del Clog) Otelma, che vede le cose, da devotissimo fan di Michael, indossando occhiali…schumacheriani.

OTELMA SCRIPSIT
Allora, è andato in archivio il GP di Germania. Un GP ricco di colpi di scena e di emozioni. Ma soprattutto è stato un GP che ha messo in mostra un paio di cosette a mio avviso degne di nota, delle quali intendo parlare in questo mio intervento. Mi riferisco alla Ferrari, ovviamente, e alle due facce della medaglia di questa gara: da una parte, una prestazione maiuscola del bistrattato tedesco. Insomma, Sebastiano è partito ultimo ed è arrivato secondo, mettendo in scena tre giri, gli ultimi, in cui ha risposto a chi lo dava per bollito e finito. Ora, deve essere chiaro che i limiti della macchina, intesa come progetto globale, non dovrebbero essere nascosti da questa bella prestazione – cosa che invece temo succederà – e soprattutto bisognerebbe smetterla, una volta per tutte, di incolpare i piloti dei deludenti risultati finora ottenuti. In Germania è toccato al piccolo fenomeno Leclerc fare un errore, peraltro replicato anche da Sua Maestà Hamilton, Hamilton!, quello che #nonsbagliamai, #ilredellapioggia, #ilnuovosenna.

Con Lewis, ha sbagliato anche Leclerc. Ha sbagliato, e ci sta, perché quando la macchina è quel che è, il pilota deve SEMPRE dare il 110%, e a quelle condizioni sbagliare è facile. A Vettel invece questa attenuante non è stata mai riconosciuta, né dalla stampa né tantomeno da certa (purtroppo larga) parte della tifoseria rossa. Oh beh, storia vecchia… io da tifoso Schumacheriano ricordo bene lo stesso identico trattamento ricevuto da Michael. Quindi, i detrattori in servizio permanente effettivo del tedesco 2019 sono serviti. Ovviamente, costoro, i “veri” tifosi Ferrari, resteranno in trepida attesa della prossima prestazione opaca, del prossimo errore, per correre a puntare il dito mentre tessono le lodi di Hamilton, perché è ovvio aspettarsi i miracoli anche quando la macchina è un cesso, perché QUELLO E’, anche se a Binotto è bastato UN GP in cui – grazie anche ad episodi – sono stati davanti alla Mercedes per dire subito “visto? La macchina non è sbagliata, la macchina va”. No Mattia, mi dispiace, ti devo dare una brutta notizia: una macchina che funziona solo ed esclusivamente in determinate condizioni meteo o di pista, in determinati tracciati è proprio quella che si può definire una macchina sbagliata. Una macchina “giusta” va forte sempre, a parte qualche raro e sporadico caso. Tipo la Mercedes, hai presente? Ecco così.

E visto che parliamo della macchina, arriviamo all’altra faccia della medaglia, quella più amara. Sono davvero spiacente per i tifosi ciechi della Ferrari, quelli che non vogliono sentire parlare male della squadra, ma… Boh. Io non so voi, ma vedere una Ferrari ferma con un problema allo scambiatore di calore (fra l’altro mi sembra che sia la seconda volta) nel momento clou, quello delle qualifiche, mi fa incazzare parecchio. Vettel che non riesce neanche a fare la Q1, obbligato a partire ultimo, e Leclerc che non riesce a fare la Q3 per un problema di pescaggio di benzina. Bene ma non benissimo insomma. Cosa usano, le pompe di benzina della Panda per risparmiare? Economia di scala? Ragazzi, siamo nella surreale situazione in cui non abbiamo né supremazia tecnica né affidabilità. E questo, in una squadra TOP, che spende centinaia di milioni l’anno non è accettabile. Ma siamo sempre lì… Chi comanda in Ferrari? Chi è che oggi batterà i pugni su un tavolo pretendendo la massima attenzione a tutti i particolari delle macchine che vanno in gara? Binotto? Camilleri? O Elkann? Mah. Ai posteri l’ardua sentenza. Arrivederci a Budapest.