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Vettel truffato, così si uccide la Formula 1Leo Turrini - 9 giugno 2019

Così si uccide la Formula Uno. Vado giù duro perché è una offesa alla cultura dell’automobilismo la sanzione costata la vittoria a Seb Vettel. Non capisco, francamente, cosa potesse fare il tedesco al quarantottesimo giro. Doveva sparire dalla pista? Svanire per non infastidire Hamilton? Ma il mio amico Emanuele Pirro, commissario di gara e cara persona, si ricorda cosa erano i Gran Premi nei giorni di Senna e di Prost, o di Schumacher e Hakkinen?
Aggiungo un’altra cosa. La Formula Uno ha il diritto e il dovere, naturalmente, di tutelare la sicurezza. Ma est modus in rebus! Che senso ha trasformare gli ex cavalieri del rischio in ragionieri del volante? Che cosa vogliono Jean Todt, il presidente federale, e i suoi collaboratori? Allontanare la gente dai Gran Premi? Trasformare le corse in versione gimkana da sagra di strapaese? Siamo uomini o caporali?
E mi chiedo. Cosa hanno provato, i padroni del giocattolo, dalla Fia a Liberty Media, quando dagli spalti di Montreal sono piovuti fischi sanguinosi da parte di un pubblico legittimamente sconcertato (per usare un eufemismo)? E come mai a Montecarlo 2016 per una manovra del genere su Ricciardo non vennero prese sanzioni a carico di Hamilton?
Di più. Io sono costernato e molto adirato. Anche perché la Mercedes è talmente forte da non aver bisogno di regali del genere. L’errore di Vettel (che c’era stato, con quelle ruote sull’erba, questo non si discute) è stato innescato dalla pressione di Hamilton. Ma Seb aveva rimediato, senza commettere scorrettezze.
Insomma, niente da fare. Non ci siamo.Se usano pure la Var per aiutarli…
Si vede che nemmeno Gilles Villeneuve, ideale patrono dei ferraristi, poteva fare il miracolo. Sulla pista che porta il nome del mitico canadese, la pole non è bastata a Seb Vettel per portarlo a casa, il primo sospirato successo stagionale. Appunto per quello che è accaduto, tra lo sbigottimento generale.
Che tristezza.