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Salvate il soldato Leclerc (anche da se stesso)Leo Turrini - 2 aprile 2023

Al volo.

Salvate il soldato Leclerc. Anche da se stesso. Sinceramente, credo sia questo il vero messaggio della domenica australiana della Formula 1. A Melbourne è successo di tutto e poi ne parlerò, fermo restando che non cambia l’identità del dominatore, sempre olandese, sempre a bordo di una imprendibile Red Bull.
Però, al netto dell’ordine di arrivo, drammaticamente sconsolante per la scuderia di Maranello, è ormai evidente lo stato di frustrazione che condiziona in modo pesante il nostro Carletto. Un incidente in partenza può capitare e ne sa qualcosa anche Sainz, punito per la carambola finale in maniera oggettivamente eccessiva dei giudici. Ma l’impressione prevalente è che Leclerc stia facendo i conti con una crisi di identità. Il giovanotto tenta disperatamente di sopperire con il suo talento ai limiti indiscutibili della vettura. Però, agendo così si complica ulteriormente la vita. Non va bene.
È un peccato, proprio perché io sono tra i tanti che considerano Leclerc un valore aggiunto per la Ferrari. La sua sofferenza, espressa più dal linguaggio del corpo che dalle parole, non deve trasformarsi in una perniciosa ossessione. È vero che l’inizio di campionato del monegasco è stato disastroso, soprattutto se paragonati ai numeri di un anno fa sulle stesse piste. , siamo a 97 punti in menoMa è indispensabile, per Carletto, recuperare un equilibrio che talvolta sembra fargli difetto. È un campione, tocca a lui aiutarsi da solo sperando che l’azienda per la quale si batte e si sbatte riesca a restituirgli un mezzo alla altezza della sua passione.

Detto tutto questo, la Formula Uno post moderna corre il rischio di cedere un po’ troppo alle lusinghe dello spettacolo circense. Io non temo il nuovo.

Temo i nuovi sto babbei.

La terza ripartenza da fermo ordinatari  in Australia, con appena due giri ancora da percorrere, su un circuito molto pericoloso, beh è stata una sciocca concessione al mito dello sport business. E non lo dico perché all’ennesimo via c’è scappato il botto costato al bravo Sainz la perdita di un meritato quarto posto: semplicemente, c’è un limite che non deve essere superato, pena la perdita della credibilità.
Nel merito, poi, Sainz doveva essere si’ punito, ma con una retrocessione sulla griglia di partenza del prossimo Gran Premio. Così, invece, è stata azzerata una prestazione solida, forse l’unica buona notizia per questa mesta Ferrari di primavera.