custom logo
Questa Ferrari è da Tapiro d’OroLeo Turrini - 5 marzo 2023

Sono molto attapirato.
Eufemismo.
Che non mi aspettassi magie, forse chi mi legge lo aveva intuito.
Ma così no.
Così è troppo.
Ferrari troppo brutta per essere vera.
Forse.
Dico subito quale considero la cosa peggiore nel Disastro Rosso nel Deserto.
Il crack di motore.
Ma come?!?
Vado a pranzo con Vasseur e il simpatico parroco di campagna francese mi assicura che l’inaffidabilità non sarà più un problema.
E me lo dicono tutti, mica solo Fred.
Dopo di che Carletto resta a piedi in gara uno.
Come faccio a non essere attapirato?
Meno sorprendente il degrado gomme, purtroppo.
Qui una soluzione non è stata trovata. Si era visto nei test. E la rinuncia all’assalto alla pole questo era: una dichiarazione di impotenza.
Per inciso.
Se la macchina va così (cioè più piano della Aston Martin del leggendario Highlander delle Asturie), beh, almeno cerchiamo di divertirci al sabato, se si può.
Come se ne esce?
Non lo so. Ci sono altre 22 tappe, okay. Ma non è che in tempi recenti la Ferrari abbia brillato per i suoi sviluppi in corsa d’opera (altro eufemismo).
Vasseur parla di shock.
Leclerc, poveretto, sembra un bambino cui hanno annunciato che Natale non arriverà mai.
Sainz deve accettare di avere una macchina più lenta di quella di suo zio Alonso.
Non ci resta che piangere.
Oppure, attacchiamoci alla scaramanzia.
Un anno fa a Sakhir, doppietta Rossa e doppio ritiro Red Bull.
Stavolta, doppietta Bibitara e Ferrari aggrappata ad un mesto quarto posto.
Magari ricapita.
Non è vero.
E non ci credo (che ricapiti).