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Piero Ferrari e il grido di dolore di un popoloLeo Turrini - 1 luglio 2019

Sui miei giornali di carta (Il Resto del Carlino, La Nazione, il Giorno) pubblico una conversazione con Piero Ferrari.
La ripropongo qui. Naturalmente la forma è da carta stampata, il blog ha un suo diverso linguaggio (non dovrebbe essere difficile da capire, come concetto ma una volta una tontolona mi disse di non comprendere la differenza tra nedium, quindi meglio precisare).

Buona lettura.
SEGUE TESTO
“Il rischio è che i nostri tifosi comincino a sospettare una forma di accanimento nei confronti della Scuderia. Io preferisco pensare non sia vero…”
Piero Ferrari, vice presidente e secondo azionista della azienda che porta il suo nome, assiste con addolorato stupore alle convulsioni della Formula Uno moderna.
“Non possiamo permetterci una perdita di credibilità-sospira il figlio del Drake- Deve essere rispettata la passione della gente comune, dell’uomo della strada”.
Vettel punito in Canada, Verstappen assolto in Austria: due pesi e due misure?
“La posizione della Ferrari è chiara. Per noi Vettel ha vinto a Montreal. Nei suoi confronti c’è stata una applicazione letterale del regolamento, che è mancata invece a Zeltweg”.
Come se ne esce?
“Io metto da parte le polemiche a caldo, sulle decisioni degli arbitri sempre si scontrano opinioni diverse. Sollevo invece una questione di principio”.
Tradotto?
“Abbiamo bisogno, tutti, di regole più semplici, di norme trasparenti. Dobbiamo, nel limite del possibile, rendere la Formula Uno immediatamente comprensibile, nelle sue dinamiche, agli occhi del pubblico. E poi serve una uniformità di giudizio sugli episodi controversi. O facciamo così o la gente si disaffeziona”.
È un po’ triste a dirsi, ma se la Ferrari, come poteva, avesse vinto due delle ultime tre gare, oggi la stagione sembrerebbe molto diversa.
“Ha ragione. Nell’ultimo mese con Vettel e Leclerc abbiamo conquistato due pole e lottato per la vittoria in entrambe le occasioni fino alla bandiera a scacchi. Al netto delle polemiche esterne, la squadra sta reagendo alle difficoltà. È una buona cosa”.
Ormai Leclerc è entrato nel cuore dei fans, caro Piero.
“Ah, il suo week end in Austria mi ha spinto a fare un viaggio nella memoria. Sa chi mi ha ricordato Leclerc a Zeltweg?”
Dica.
“Il giovane Niki Lauda”.
È un bellissimo complimento, soprattutto venendo dall’erede del Drake.
“Vede, Lauda è stato un gigante dell’automobilismo. Arrivò da noi avendo alle spalle una breve esperienza con la BRM. Invece personaggi come Prost, Schumi, Alonso e Vettel sono arrivati a Maranello già da campioni del mondo. Leclerc sta seguendo lo stesso percorso del mito austriaco. Niki al debutto ci conquistò per la velocità e per la sua maturità, in pista e fuori.. Charles sta comportandosi allo stesso modo. È già una garanzia, per la Ferrari”.
Non gli resta che vincere.
“Spero presto, la Formula Uno ha bisogno di belle storie e parità di trattamento. Per il bene di tutti”.