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Patrese 70 e quel no alla Williams di SennaLeo Turrini - 13 aprile 2024

“Poco dopo le tragedie di Imola mi cercò Frank Williams. Era sconvolto, disperato. Ma doveva andare avanti con il team. Così, mi offri’ la macchina che era stata di Ayrton…”
Riccardo Patrese compie 70 anni. Con Michele Alboreto è il pilota italiano che più è andato vicino ad emulare Ciccio Ascari, ultimo azzurro del volante a laurearsi campione del mondo di F1 nel 1953.
Siamo amici da decenni. Oggi Rik segue la carriera del giovanissimo figlio Lorenzo, impegnato con la Audi nelle corse a ruote coperte.
Per festeggiare il traguardo dei 70, gli ho chiesto di mettere in fila, in stile…random, ricordi e osservazioni.
Eccole.
“…ma a Frank dissi di no e sulla macchina di Senna nel 1994 non ci sono salito e mai sono tornato in F1. Vedi, io avevo visto morire Villeneuve, Peterson, Depailler, Paletti, il caro Elio De Angelis. Ma al tempo di quei disastri ero un driver in attività. Soffrivi come un cane ma eri pronto a ripartire, a tornare subito in pista…”
“Nel 1994 no. Mi ero ritirato dai Gran Premi, avevo girato l’interruttore. Ci pensai, era una opportunità, quella Williams almeno fino al 1997 del figlio di Gilles è stata competitiva. Ma rifiutai e non mi sono pentito, anche se campione del mondo non sono diventato mai…”
“A Enzo Ferrari invece avevo detto sì, molti anni prima. Era tutto fatto, sistemato. Poi le cose cambiarono e la Rossa non l’ho mai guidata. Sono le sliding doors della vita, cosa vuoi che ti dica. Ma rimpianti non ne ho, è andata come doveva andare…”
“Io sono stato in mezzo a Lauda, a Gilles, a Mansell, a Senna, a Piquet quello vero, ad Alboreto, Prost, a Schumi. È stato un onore e credo di aver fatto la mia figura. È stata una epopea, ma non sono d’accordo con chi sostiene che la Formula Uno non si può più vedere. Questa è una esagerazione, è una bugia. Non mi piacciono invece le troppe limitazioni sul comportamento dei piloti, c’è un eccesso di regole, secondo me…”
“Ci sono due piloti del presente che avrebbero vinto anche ai tempi miei. Uno è Max Verstappen, l’altro è Lewis Hamilton. Sminuirne i meriti è ridicolo. Sono entrambi dei fuoriclasse e lo sarebbero stati anche nella mia era…”
“La Ferrari ha fatto benissimo a prendere Hamilton. È ancora uno che se gli dai la macchina giusta te la porta al centouno per cento. Criticarlo perché la Mercedes va piano non ha senso…”
“A me piacciono anche Leclerc e Sainz. Non hanno vinto tanto fin qui, ma si torna al discorso della macchina, una Ferrari da titolo non l’hanno mai avuta. Aggiungo che forse lo spagnolo è stato un po’ sottovalutato, ma ribadisco che anche io avrei portato Hamilton a Maranello…”
“Mio figlio Lorenzo ha tante speranze e se dicessi che è forte forte mi accuseresti di scarsa obiettività. Allora dichiaro che sarebbe bellissimo vedere un giorno lui in Ferrari, con la macchina per Le Mans, visto che si dedica alle auto con ruote coperte. Dovesse mai accadere, devi promettermi che ci andremo assieme, a Le Mans…”