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Ora la Mercedes guarda nello specchiettoLeo Turrini - 30 marzo 2015

Mio padre non era un appassionato di Formula Uno.

Guidava giusto l’automobile per necessità.

Ma una volta, sul finire del 1999, ebbi occasione di presentargli l’avvocato Montezemolo.

Si misero in disparte a chiacchierare per un quarto d’ora.

Io temevo che papà si profondesse in scuse per la rituale beceraggine del figlio. Invece, invece il giorno dopo il presidente mi telefonò per dirmi che era stato costretto a spiegare al genitore come mai, dopo anni di tentativi, ancora Schumi non fosse riuscito a vincere il mondiale.

E un martedì di autunno del 2007 io tornavo dal Brasile. Papà era quasi alla fine però mi disse: insomma, quel tuo idolo biondino non deve essere un coglione, visto che ha vinto il mondiale. Ringrazialo da parte mia, un altro ferrarista mondiale io non lo vedo più.

E infatti.

Ecco, parto da qui per esprimere le mie opinioni su tutte le chiacchiere del dopo Malesia.

  • C’è chi dice che a Sepang la Mercedes abbia gentilmente ‘concesso’ il successo a Vettel.
  • Motivo: tutti si lamentano di una F1 noiosa e senza equilibrio, era anche nell’interesse di Stoccarda fare un regalino al ‘brand’ più amato nel mondo (almeno, tra chi si occupa di corse).
  • Vedete, amici miei complottardi, dall’Alonso-gate alle mosse di mercato eccetera, a cosa può condurre la mania cospirazioni sta? Una congiura non si nega a nessuno, perbacco.
  • Del resto, a parte mio padre, non so quanti amichetti, dal 2007 in poi, mi abbiano tormentato con la seguente storiella. A Interlagos la McLaren sapeva di dover perdere, c’era stato lo scandalo delle spie, per forza il titolo doveva andare al ferrarista finlandese.
  • E quando io obietto: boh, ma allora perchèDennis fece ricorso sulle temperature delle benzine? Ecco, quando faccio la domanda, i complottisti stanno già parlando di altro.
  • E insomma e in breve. Io penso che in Malesia la Mercedes abbia commesso un peccato di presunzione. I vertici della Morte Nera argentata non credevano proprio che Luke Skywalker, con la Rossa, potesse accumulare giri su giri senza andare ai box in occasione della safety e senza perdere il ritmo.
  • Paradossalmente, la Morte Nera è stata fregata da Ian Solo, inteso come Kimi. Infatti Raikkonen, che come diceva mio padre un coglione non era e non è, le gomme le aveva già cambiate prima per accidenti suoi. Ragionando solo su Seb, quelli di Stoccarda non hanno capito. E hanno perso.
  • Riascoltatevi i team radio verso Hamilton e Rosberg. Ancora a una dozzina di giri dal traguardo, i Mercedes erano sicuri che Vettel sarebbe stato risucchiato, preso, sorpassato.
  • Questo significa che la Ferrari di mr. Arrivewell sia, adesso, la miglior vettura in circolazione? No. No, perché in Malesia un certo azzardo, sottovalutato dall’avversario vero, era facilitato da temperature alte, con effetti sull’usura delle gomme, che la SF 15 T al momento consuma meno della concorrenza. Il muretto Rosso questo lo aveva capito e il resto lo ha fatto Seb, guidando da Campionissimo. Aggiungo che io sono sicuro che se, al momento della safety, Kimi fosse stato in scia a Vettel e avesse compiuto la stessa mossa del compagno, beh, avremmo assistito a una doppietta Rossa.
  • Ciò premesso, dopo questa lezione, che non è un omaggio agli interessi di Ecclestone, di sicuro i tedeschi hanno capito l’antifona. Non regaleranno più niente e forse diversificheranno gli approcci alla gara tra Hamilton e Rosberg, nel caso in cui Vettel e Raikkonen fossero di nuovo vicini in termini di prestazione. E già questo (avere costretto i Mercedes a rinunciare al ruolo degli sboroni) a me basta. Poi magari da qui alla fine le vincono tutte (possibile, però non credo). Ma ora sanno di dover controllare lo specchietto retrovisore…