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Metti un giorno a pranzo con Leclerc e SainzLeo Turrini - 21 marzo 2023

A volte la vita è divertente.

Anche per un ferrarista affranto come me.

Pranzo al mitico Montana con un manipolo di frequentatori di questo ameno luogo (ricordo che l’invito è esteso a tutti, zero eccezioni, piccoli gruppetti per poter godere la conversazione).

Non appena un commensale complottando auspica Piastri al posto di Sainz, arriva Carlitos al ristorante.

Tutti, per primo il complottando!, si zerbinano davanti allo spagnolo.

Dopo di che un altro commensale non nasconde i suoi dubbi su Leclerc.

A quel punto al Montana entra Carletto.

Delirio planetario. E siamo reduci da un sesto e settimo posto a Gedda!

Confesso: avevo organizzato tutto io per i miei amici del Clog, tutti meravigliosamente prigionieri di una emozione chiamata Ferrari.

Ringrazio il cospirazionista Ricccris per l’organizzazione è l’artista Emi Emi per il testo che potete leggere sotto.

So che qualche foto della stupefacente giornata circola già, ma spero di rivederle tutte qua sotto.

Grazie, di cuore.

EMI EMI SCRIPSIT

Grande Kasino (l’Orango consiglia)

Cominciamo dal fondo.
Che titolo metto?
Meglio “La Villa dei 15 cani per Adrian Newey”, o “Grande Kasino” di laudiana memoria?
“Metti Grande Kasino. Siamo tutti ferraristi no?”
Bravo. L’Orango ha proprio ragione.
Allora Grande Kasino sia. Come disse Niki Lauda nel descrivere certi contesti ferraristi che paiono storicamente e ciclicamente riproporsi.
Il Nume giunge al Montana in KTM. No, non una moto da cross. Mountain bike con pedalata assistita ricoperta di fango. Grande Nume penso. Come Mathieu van del Poel agli ultimi mondiali di ciclocross, inerpicatosi iridato sull’ultima salita di Woensdrecht , battendo il rivale di sempre: il belga Van Aert.
“Non preoccupatevi ho invitato anche Binotto”.
E come no. Magari tra un po’ passa anche Lawrence d’Arabia…come condottiero non sarebbe male per questa Ferrari.
Insomma, un “lectio magistralis” sul futuro del Cavallino da parte del Nume dopo il recente sconquasso aziendalista avvenuto non più tardi di qualche mese fa in Via Abetone, può essere un viatico sulla conoscenza dei sintomi degli attuali malesseri ferraristi. Si fa presto a cadere nel vittimismo e nei capri espiatori, modelli culturali che il nostro paese conosce benissimo. Diciamo così. In sostanza il dopo Montezemolo è ancora alla ricerca di una guida profetica e salvifica. Di un condottiero appunto di comprovata fede Rossa. Insomma si fa fatica a tracciare un simile identikit in questi tempi grami. Puoi vivere di ricordi ma non nel rimpianto. L’unica lezione possibile, per non ripetere gli stessi errori.
“Quando ero a Tokyo nel settembre del ’96 incontrai casualmente Montezemolo. Turrini viene a fare colazione da me domani in hotel? Mi raccontò che avevano assunto Ross Brawn e Rory Byrne. Era venerdì. Il lunedì avrebbero cominciato a lavorare a Maranello. Oggi una cosa così col gardening non puoi nemmeno più immaginarla.”
E qui la realtà pone l’Uomo ( cioè il tifoso) di fronte alla prima disillusione: ci vuole tempo per tornare a essere vincenti. Il male di un’epoca in cui gli errori di programmazione si pagano ancora più caramente.
Banalmente intuisco che le vere superstar di questa F1 così sfavillante, complessa e audace siano i tecnici col loro operato. Ne viene fuori un quadro da “nerd ipertecnologico”, in cui nessun ingegnere va d’accordo con nessun collega dalla notte dei tempi. La vera competizione nasce qui, tra le menti che generano le monoposto. E penso sempre alla villa che Newey non abbia trovato per i suoi 15 cani, condizione imprescindibile per venire a lavorare a Maranello. Primo grande Kasino. Ross Brawn indispensabile. Figura fondamentale nel tenere a bada le diatribe tra le diverse anime del reparto corse. Cinque titoli mondiali consecutivi a prova di rompicoglioni. Altrimenti fuori dalla porta. Ecco come funzionava con Mr. Banana. In sostanza Vasseur sta cercando quello(Nume correggimi se sbaglio). Il nuovo Brawn. Ma tutto questo richiede tempo, dicevamo.
Poi è vero, anche l’anima vuole la sua parte.
Un popolo sofferente chiede luce per vedere, aria per respirare. Anche solo per immaginare un mondo diverso da quello attuale.
“Riconfermereste Sainz?”
La domanda parte come un tribale tam tam lungo la tavolata. Una boutade tra il serio e il faceto ovviamente, perché il problema (adesso) non sono certamente i piloti. Qualcuno accenna al nome di Norris. Qualcuno patteggia per lo spagnolo. Qualcun altro tra gramigna e lasagne espone le sue perplessità all’odor di lambrusco.
E Sainz arriva insieme al suo sodale di pista, l’ingegnere Adami, come chiamato dal canto di una sirena Rossa (non dell’ambulanza…ovviamente). Foto di gruppo con Carlitos. Più della ragione poté il cuore. Non si può essere spietati (mai) di fronte a una tuta Rossa in carne e ossa.
A prescindere dal piede in gioco.
Secondo round. Arriva Carletto insieme a Manzoni, che direttamente dai Promessi Sposi è a tutti gli effetti uno dei padri della 499P, neo approdata nel campionato WEC. S’infila in una saletta. Una porta divide Leclerc dal resto del mondo. Boia che differenza penso. Separati in casa prima del tempo? Una star e un underdog? Ci pensa il Nume ha mettere ordine nell’universo.
“Venite che facciamo la foto di gruppo con Leclerc”.
Rimango dalla parte dell’obbiettivo. Porca miseria(cit.) sembra Delon 60 anni dopo. Aveva ragione Visconti per il suo Gattopardo. Volto furbo,intelligente. Predestinato. Come ha pensato Giorgio Armani per i suoi completi.
Prendo la macchina e me ne vado. Ho la fortuna di vedere Adami salutare Sainz con un sorriso. Chissà con quale collega dovrà litigare oggi. Gianluca intanto litiga con lo Stelvio di Shwartzman che ha parcheggiato in doppia fila davanti alla sua macchina.
Grande Kasino.
Niki aveva ragione.
Può essere che oggi sia la stessa cosa.
Da un parcheggio in doppia fila, fino a una Rossa. Nuovamente iridata.