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Melbourne 2019, l’ultima profeziaLeo Turrini - 2 marzo 2019

Buon week end a tifosi.

Due settimane al botto australiano.

Mie sensazioni a pelle.

Meglio sarebbe stato se la Ferrari non fosse incappata nei dieci (vabbè, un po’ meno) piccoli guasti.

Mercedes solita.

Red Bull da decifrare.

Contenere la raikkoniana-giovinazziana euforia in chiave Alfa.

Ma non fidatevi di me medesimo, ci mancherebbe.

Ho affidato il commento finale sui test al più giovane emissario calatosi sul Montmelo. Questo Ricccris è acerbo ma si farà, tenete presente che non ha ancora vent’anni e gli amici già lo chiamano affettuosamente Nostradamus.

Ecco la sua profezia, accompagnata dalla mia e Vostra gratitudine.

RICCCRIS SCRIPSIT.

Salve a tutti.

Come logico l’ammiraglio, del quale mi onoro di essere umile discepolo, ha già direi consapevolmente assunto l’onere di darvi molte speranze sulla stagione che va ad iniziare. E davvero non ho molto da aggiungere a ciò che ha scritto: la nostra macchina va come un missile, sembra aver risolto anche quei pochi piccoli problemi dell’anno passato… soffrivamo i cordoli…beh ora ci passiamo sopra come se fosse pista ! Il posteriore è stabile come una roccia, alcuni piccoli serpeggiamenti li ho visti solo quando guidava Charles, e la cosa è più che comprensibile data la differente esperienza tra i due nostri campioni. Confermo in pieno quanto descritto da Nelson66, quindi faccio una piccola divagazione, assumendomi tutto il rischio che ne deriva. Premessa: la Mercedes è forte e non si discute. Ma è in ritardo !! Un ritardo che poi magari colmeranno in fretta mettendo in campo le risorse pressoché infinite di cui dispongono, ma non venitemi a dire storie: se un porta agli unici test che si fanno precampionato due vetture così diverse nell’impostazione vuol dire che non sa qual’è la strada giusta. Funzionerà ? Prima o poi certamente. Vinceranno ancora loro ? È possibile, ma non è garantito ! Io dico che ora sono in affanno, e noi siamo davanti. Il nostro pacchetto è più efficiente del loro; non siamo davanti di un secondo, forse nemmeno di mezzo: ma siamo davanti, la nostra macchina trova il tempo in un attimo, e questo vuol dire che è nata bene. Ora dipende solo da noi, dalla nostra capacità di non mollare questo vantaggio. In chiusura solo un’altra considerazione. Mi ha fatto davvero pena “sentire”, più che vedere, come si comportavano Williams e Mclaren; più la prima della seconda…che tristezza…