custom logo
Massa mi chiama e si sfoga:”Voglio solo giustizia”Leo Turrini - 5 aprile 2023

Premessa.
Io ero a Singapore, quella notte assurda del 2008.
L’incidente di Piquet junior.
La vittoria di Alonso, suo compagno di squadra, che aveva già fatto il pit prima del botto.
La disavventura di Massa con la Rossa che resta agganciata al tubo del rifornimento, così Felipe non fa punti, Hamilton invece sì e più tardi ad Interlagos il titolo andò a Lewis per il famoso punticino.
La notte tra la domenica e il lunedì incontrai per caso in aeroporto Flavio Briatore, il guru della Renault di Fernando e Nelsinho.
Gli dissi ridendo: “Certo che l’avete pensata bene”. Lui rispose sfanculandomi allegramente (episodio da me già narrato qui, in passato. Io ovviamente scherzavo, sono troppo tonto per arrivare a concepire simili porcate).
Un anno dopo, Piquet padre svelò che tutto era stato orchestrato a tavolino. Scoppio uno scandalo enorme, ci furono inchieste e sanzioni ma lo statuto Fia non permetteva più alla medesima di intervenire sul risultato del Gran Premio singaporegno.
Adesso, lo sapete, 2023, Bernie Ecclestone se ne è uscito dichiarando che invece prima del round finale di Interlagos 2098 lui sapeva dell’intrigo. E sono saltate fuori registrazioni in cui Mosley e Whiting, entrambi deceduti, ammettevano di essere al corrente della truffa quando ancora c’erano i tempi tecnici per annullare quella gara. Ma tutti decisero di insabbiare lo scandalo.
Stasera, dal Brasile, mi ha chiamato Massa. Caro, vecchio Felipe. Ci sono legami che non si spezzano. E ferite che non si rimargineranno mai.
Ecco cosa mi ha detto.
“Sai, Leo, è passato tanto tempo, eppure sembra ancora ieri. Io è dal 2009, da quando emerse questa brutta storia, che cerco la verità e la giustizia…”
“Ti spiego subito una cosa. Io non ce l’ho con Hamilton, assoluto. È un grande, ha battuto tanti record, giustamente è circondato da un meritato prestigio…”
“Ma non c’entra lui, non mi aspetto che dica qualcosa sulla vicenda, lui era estraneo allo scandalo. C’entra la verità, c’entra la giustizia…”
“Adesso sappiamo che quella gara doveva essere annullata. Senza se e senza ma. Potevano farlo, dovevano farlo. Alle Olimpiadi tolgono le medaglie a chi ha vinto barando. Qui Hamilton, ripeto, non ha barato. Ma è stato fatto un danno alla credibilità della intera Formula Uno. È stata deviata la storia…”
“Mi domando: come sarebbe cambiata la mia carriera, se avessi vinto il Mondiale che mi spettava? Io mi sono sempre sentito moralmente il campione, figurati come mi sento adesso…”
“Quella ingiustizia ha colpito anche la Ferrari, i tifosi della Ferrari. Ha mortificato il mio popolo, perché se fossi stato riconosciuto campione l’amore dei brasiliani per la F1 non si sarebbe affievolito, sarebbe anzi aumentato…”
“Sia chiaro: io non cerco quattrini, non invoco risarcimenti. Nemmeno so se proceduralmente sia possibile promuovere una azione legale. Sto parlando con bravi avvocati, qui da me in patria e anche in Europa…”
“Chissà se la Ferrari vorrà a sua volta dire qualcosa di ufficiale. Io sono ferrarista dentro, lo sarò sempre. Sono andato in Bahrain e a Gedda, mi dispiace per le difficoltà attuali, non me l’aspettavo…”
“Con Ecclestone ho parlato di persona, dopo le sue rivelazioni. Mi ha detto che per lui il campione 2008 sono sempre stato io. Sì, grazie…”
“Una volta incontrai Briatore su un campo di calcio. Erano passati anni dall’episodio. Gli urlai di dire finalmente la verità, in pubblico. Mi rispose che lui non sapeva, che era estraneo…”
“Negli anni in cui sono stato compagno di Alonso non sono mai riuscito a dialogare su Singapore 2008 con lui. Se accennavo alla cosa, Fernando cambiava argomento. Ma sul lavoro abbiamo avuto una relazione corretta…”
“Ecco, caro Leo, mi sono sfogato. Non ho paura di sembrare patetico. È forse patetico chi chiede gli sia restituita la verità insieme alla giustizia?”.