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Leclerc e il sogno del bambinoLeo Turrini - 23 aprile 2020

Spero tutti bene.

Ho interrotto il racconto del mondiale 1990 per dedicarmi, insieme a colleghi italiani, francesi e inglesi, ad una tele conferenza con Carletto Leclerc.

Purtroppo la malinconia del momento si riverbera anche sulle parole dei protagonisti dello sport: siamo tutti prigionieri di qualcosa di osceno, il virus.

Conunque, Leclerc non è mai banale, nella sua esuberanza da Predestinato.

Sotto, l’articolo che esce oggi su Resto del Carlino, Giorno e Nazione. Buona lettura.

 

In verità io non mi sono mai allenato tanto in vita mia! Voglio farmi trovare pronto, quando finalmente riaccenderemo i motori…”
Carletto Leclerc è un bravo ragazzo. Come tutti, sta agli arresti domiciliari. Vede il mondo da una prospettiva inimmaginabile, ancora due mesi fa. Ci siamo sentiti in tele conferenza. Anche questa, una stranezza diventata, purtroppo, normalità.
“Curo il fisico come se dovessi correre domani mattina -sospira il pilota della Ferrari- Nessuno deve cedere alla rassegnazione, nessuno”.
E’ vero che hai deciso di rinunciare a parte del tuo ingaggio?
“Beh, è una cosa normale! Siamo pagati per correre, se non possiamo correre è ovvio che non possiamo guadagnare come prima. In generale, nel mondo post pandemia chi ha di più dovrà cercare di aiutare chi ha di meno. Io non sono un politico, ma credo sia giusto ragionare così”.
Come riempi il tempo, a parte l’attività da palestra?
“Sto cercando di imparare a cucinare, con esiti francamente incerti. Suono la chitarra, anche il pianoforte. Cose così”.
E partecipi alle gare virtuali, le competizioni on line. Le vinci pure.
“Eh, mi sono fatto installare il simulatore della monoposto nel salotto. Non è la stessa cosa dei Gp veri, ma almeno tengo in forma i riflessi. Inoltre faccio tutto sui social, così mentre mi diverto io a guidare magari si diverte anche chi mi guarda. Ah, mi hanno visto con gli occhiali al computer, ma sono solo lenti da riposo. Ci vedo benissimo!”
Quando immagini possa ripartire la Formula Uno, quella vera?
“Non lo so, si fanno tante ipotesi, la cosa fondamentale è garantire la salute di tutti”.
Si parla di due Gran Premi consecutivi in Austria e due a Silverstone, a luglio.
“Va bene qualunque soluzione, pur di ricominciare. Anche un campionato su otto o dieci gare. Sempre, ripeto, nel rispetto della salute”.
Probabilmente sarebbero eventi a porte chiuse.
“Senti, io ho provato l’emozione più grande della carriera vincendo a Monza, davanti ad una folla in delirio. Mi peserebbe disputare il Gran Premio d’Italia davanti a spalti vuoti. Ma se fosse necessario per ripartire, lo accetterei. A malincuore, ma andrebbe bene”.
Intanto è già saltato l’appuntamento di Montecarlo, a casa tua.
“Un altro grande dispiacere! Sono cresciuto su quelle strade, ho calpestato i marciapiedi, conosco i guard rail. Ho partecipato due volte al Gran Premio nel Principato e sempre è andata male, sia con l’Alfa che con la Ferrari. Eh, magari vincerò nel 2021!”.
A proposito di Rossa: Vettel sta trattando il rinnovo del suo contratto.
“Io sono contento se Seb rimane a Maranello. Abbiamo una buona relazione. Nel 2019 ci sono state alcune incomprensioni ma ci siamo chiariti. È un buon compagno di lavoro. Poi, come ho sempre detto, non decido io. La scelta che farà la Ferrari io la rispetterò“.
Intanto Hamilton ha dichiarato di avere nella Mercedes la macchina dei sogni e dunque lui non cambierà.
“Lewis fa bene a ragionare così, è normale. Ma il mio sogno si chiama Ferrari e non farei cambio con il suo. Io sogno di vincere il mondiale con la Rossa sin da quando ero bambino!”.