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La Cina per Ferrari e Mercedes significa…Leo Turrini - 10 aprile 2018

Ora che gli ingegneri del lunedì si sono sfogati, possiamo aprire il capitolo Cina.
Delle cronache attuali avremo modo di parlare.
Di sicuro, storicamente Shanghai occupa un posto speciale, nella mitologia di Ferrari e Mercedes.
Parto dagli attuali (eh, appunto, attuali…) inseguitori.
Era il 15 aprile 2012. Ormai da oltre due anni il marchio con la stella era tornato direttamente in Formula Uno.
Fino a quel momento, vittorie zero.
Fu Nico Rosberg a rompere un digiuno che statisticamente si protraeva dal 1955!
Nessuno, quella domenica di sei anni fa, avrebbe osato immaginare il seguito. Anzi, nell’immediato rammento il dispiacere per Schumi: era sul viale del tramonto, Michelone. Ma partiva dalla prima fila, a Shanghai. Sarebbe stato romantico un suo successo tra i deliranti nipotini di Mao.
Il destino così non volle e con il senno di poi forse il destino pretendeva che cinese restasse per sempre il suo ultimo trionfo.
Roba del 2006, in una domenica pazza, tra pioggia e asciutto. Lui stava a bordo di una Ferrari e fu una emozione grande grande, che ho ancora sotto la pelle.
Adesso c’e’ Vettel al suo posto. Sta guidando proprio come Schumi, direi.
Facciamo che ne riparliamo.