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Io, Leclerc e Rosa ChemicalLeo Turrini - 16 febbraio 2023

Questa è bella.

Miracolosamente scampato all’agguato sanremese di Rosa Chemical, l’ottimo Leclerc non ha potuto evitare me medesimo.

Piu’ delle cose che ci siamo detti, mi ha molto colpito l’atmosfera che si è creata in un luogo speciale.

Davvero, questo ragazzo ha dentro qualcosa di speciale e tanti sono i ferraristi che si identificano in Carletto.

Di seguito pubblico il mio testo apparso su Resto del Carlino/Nazione/Giorno.

Buona lettura.
Poi uno si chiede cosa sia la Ferrari, tra mito e tradizione, tra fascino e sogno. Beh, ve lo spiego subito, con un esempio fresco fresco.
Stavo finendo di pranzare al Montana, il tempio gastronomico della Rossa, meravigliosamente governato da Maurizio e Rossella. Ero con quattro amici carissimi: il banchiere Luigi Gilli, l’imprenditore Alfonso Panzani, il manager Franco Vantaggi e lo storico Luigi Giuliani. Quando sulla porta del ristorante si è affacciato lui.
Carletto. Per l’anagrafe, Charles Leclerc. Il Predestinato o come diavolo preferite chiamarlo, sebbene il detentore del titolo sia ancora Max Verstappen.
Leclerc ha vinto appena cinque Gran Premi in carriera. Eppure, sin dalle primissime apparizioni in sella al Cavallino ha incendiato i cuori della gente comune. Sarà l’aria da ragazzino, sarà la genuina sfrontatezza di un giovane rampante, sarà quello che vi pare. Ma raramente io ho visto tanto affetto intorno ad un pilota della Scuderia.
La prova ultima? Beh, i miei quattro commensali non gliel’hanno mandata a dire. Tra un selfie e un abbraccio, il messaggio è stato corale: “Vedi di vincere il Mondiale, hai diritto ad una macchina che ti permetta di mostrare il talento che hai, perché tu sei più forte di quel diabolico olandese…”
Onestamente, Leclerc è un ragazzo d’oro. Invece di evitare i fans, ha sorriso con il garbo di chi sa che non esiste una via di scampo.
La Ferrari è una ossessione. Fine delle trasmissioni.
L’EREDE. Mentre i quattro commensali impazzivano con il cellulare per spedire nel cielo pazzo del web la sacra immagine con il futuro (speriamo, speriamo!) campione del mondo, insomma, ho scambiato qualche battuta con questo ragazzo che potrebbe essere mio figlio. Spiegargli che sono tentato di vedere in lui i tratti di Lauda e di Schumi sarebbe stato inutile: lo sa, come ci ostiniamo a pensarla noi ferraristi…
“NO MERCEDES”. E allora, ecco qua le frasi in amicizia che non sono semplicemente di circostanza. Carletto, per intenderci, è uno vero.
“Lunedì parto per il Bahrain e francamente non vedo l’ora di essere là. Avremo tre giorni di test insieme a tutti i concorrenti, i rivali. Non ha molto senso chiedermi come giudico la nostra nuova macchina, ho detto subito che l’impressione è stata buona, però poi dipende tutto dal confronto con gli altri…”
“Eh, lo so che tu hai paura che io possa andarmene in Mercedes per il dopo Hamilton, ma sinceramente non c’è alcuna trattativa, io sto bene in Ferrari, sento l’entusiasmo della gente, mi esalta l’idea di coronare il sogno, mio e di tutti, di vincere con questa squadra, con la Rossa…”
Oh, credergli è un atto di fede. Perché poi si sa come funziona il mondo e i latini dicevano “ad impossibilia nemo tenetur”. Nessuno e’ tenuto a realizzare cose impossibili e se nella storia della umanità solo nove bipedi hanno vinto il mondiale di F1 guidando una Ferrari un motivo ci sarà.
Ma se non ce la fa Leclerc giuro che ci resto, anzi, che ci restiamo male.