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In Ferrari le strategie le fa AnacletoLeo Turrini - 27 maggio 2019

Come sapete, in questo spazio a me piace (anche) ospitare interventi che non meritano di andare dispersi nel mare magnum dei commenti abitualmente posizionati sotto i miei sproloqui.

Sul caso bollente di Montecarlo, il sabato nero del Muretto Rosso, ecco lo sfogo del cofondatore di questo ameno Clog, il mitico Otelma.

OTELMA SCRIPSIT

Carissimo Leo, carissimi cloggari,
è con il cuore infranto che mi accingo a scrivere questo mio secondo grido di dolore. Ma tant’è. Abbiamo assistito per l’ennesima volta al trionfo d’argento, e quello era ampiamente preventivabile. Quello che non mi aspettavo invece è andato in scena sabato, un sabato di ordinaria follia. Io non lo so dov’erano tutti mentre Leclerc chiedeva se erano sicuri di far bene a tenerlo ai box mentre TUTTI gli altri miglioravano mettendolo a rischio eliminazione, proprio non lo so. Dove erano gli strateghi, dov’era anche solo il suo ingegnere di pista che non è certo un novellino? Mi sono chiesto cosa stesse succedendo in quel box, a cosa stessero pensando. Oddio, certo, pensavano a Vettel che stava rischiando a sua volta di non passare il taglio, ma… quanti sono nel box Ferrari? In due? In tre? Non c’è abbastanza gente per prendere una decisione? Oppure ce n’è troppa? Ma soprattutto, chi è che prende queste decisioni? Durante la gara abbiamo scoperto che la Mercedes ha il “fantastico James” che cura le strategie del team, portando per mano i piloti che, fiduciosi lo invocano via radio. E noi? Noi non abbiamo un Giacomino, un Teofilo, un Anacleto che si curi di quando far uscire i piloti, che gomme montare, quando usare un treno in più o quando tenerlo per la gara? Uno che sia in grado di prevedere anche gli imprevisti – perché si, capitano anche quelli – e abbia preparato il famoso “piano B”? Niente, a noi non manca solo chi progetta bene la macchina e la PU, a noi manca anche Anacleto che ci fa le strategie giuste. Ancora oggi facciamo errori che neanche il “Lupo Alberto Racing Team” farebbe. Siamo sempre lì, la Ferrari mi sembra sempre più un team allo sbando, adesso sembrano anche in banana completa: hanno capito il problema della macchina ma non sanno come fare per rimediare. Bene ma non benissimo insomma, se non lo capiscono loro chi lo deve capire? C’è un problema di “finestra di utilizzo delle gomme, che non vanno in temperatura”. Quindi è un problema di gomme, di finestre e di temperature: magari a Maranello stanno interpellando un gommista, un serramentista e un termotecnico. Magari queste tre illustri figure trovano la soluzione. Il rammarico per quello che è successo sabato è stato amplificato da quanto messo in mostra da Carletto la domenica: sarà che lui le stradine di Monaco le percorre da sempre, ma ha trovato punti in cui sorpassare che nessuno sapeva esistessero, io in tanti anni che seguo la F1 non ricordo nessuno che abbia portato a termine un sorpasso alla Rascasse, lui addirittura ne ha fatti 1 e… mezzo. Il rammarico è che forse, – dico: FORSE- se ci fosse stato lui al posto di Verstappen… chissà. Oggi staremmo celebrando il Miracolo di Montecarlo e quel sorpasso, che mi piace sognare alla Rascasse, resterebbe negli annali della storia della F1, e adesso quella curva si chiamerebbe “San Carlo”. Adesso ci aspetta il Canada, che con i suoi lunghi rettilinei DOVREBBE essere favorevole alle caratteristiche della Ferrari. Intanto, sentir parlare di “circuiti favorevoli alla Ferrari” mi riporta dolorosamente ai primi anni ’90, quando un podio era un avvenimento che veniva salutato come un trionfo e quando le vittorie in un anno le contavi su UN dito di UNA mano, e questi ricordi fanno male, molto male. Quindi, nell’attesa della terra amica canadese, speriamo di cuore: 1) che sia vero che Montreal è favorevole alle rosse. Ma io non ci spero troppo, visto che anche a Montecarlo i distacchi erano piuttosto alti, e diversi decimi di svantaggio non spariscono così per magia; 2) c’è l’incognita sfiga, e lì c’è ben poco da fare. Anche l’anno scorso in alcune piste la Ferrari era più veloce, poi al momento giusto… la pioggia. C’est la vie. 3) le strategie, ancora una volta saranno fondamentali. Chissà che il nostro Anacleto non ci stupisca con decisioni tanto azzardate quanto azzeccate. Ma ho qualche – legittimo – dubbio. Forza Ferrari!!