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Il contratto di Hamilton, le parole di DomenicaliLeo Turrini - 31 agosto 2023

Mi fa piacere che Lewis Hamilton abbia , insieme a Russell, prolungato fino a tutto il 2025 con Mercedes.
Mi fa piacere perché notoriamente lo considero un Grande. C’ero a Melbourne quando debuttò in F1 nel 2007. Mostrò subito un talento eccezionale. Chi lo critica come pilota perde banalmente una occasione per tacere.
Davvero: chi mette in discussione Lewis piuttosto che Senna o Schumi o Prost o Verstappen non sa di cosa parla. Perché le opinioni sono libere, ma i fatti sono cocciuti.
Cambiando argomento, sotto trovate una mia intervista a Stefano Domenicali per l’edizione cartacea di Resto del Carlino, Nazione e Giorno.
Anche qui, so che il personaggio non gode di troppa popolarità, in questo Clog.
Come disse un signore che ho avuto modo fortunatamente di conoscere, gli italiani tutto perdonano ai loro connazionali tranne il successo.
Buona lettura.
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“La verità è che senza Verstappen questo sarebbe un Mondiale equilibratissimo. Al di là dei meriti Red Bull, la differenza la sta facendo Max. Io che ho visto Schumi da vicino posso ben dirlo: l’olandese è un Fenomeno…”
Stefano Domenicali è il manager italiano che governa la Formula Uno. Dopo le esperienze prestigiose in Ferrari e in Lamborghini, ha preso il posto che fu di Bernie Ecclestone. Risultato: un boom planetario, con la conquista di un pubblico nuovo, giovane e giovanissimo.
“I numeri sono straordinari-dice il Dom- E abbiamo un piano di sviluppo esteso a tutti i continenti”.
Però in Italia con la Ferrari così malmessa…
“Io credo che domenica a Monza verrà tanta gente. Naturalmente non rinnego le mie radici, sono perfettamente consapevole di quanto manchi alla pubblica opinione una Rossa vincente”.
Sedici anni senza conquistare un titolo iridato tra i piloti, quindici tra i costruttori…
“Ho fatto parte di quella storia. Conosco e comprendo la sofferenza. C’ero quando nel 2000 a Suzuka il nostro Schumi mise fine ad un digiuno iniziato nel 1979…”
Non si può essere ferraristi se non si possiede la pazienza.
“Esattamente. Poi intuisco lo sconforto degli appassionati, dei tifosi. Però scommetto sulla voglia di riscatto di chi lavora a Maranello”.
A Monza Leclerc e Sainz che potranno combinare?
“Non sono pessimista. A Baku e a Spa, che un po’ somigliano al tracciato del Gran Premio d’Italia, la Ferrari andò sul podio”.
Naturalmente sempre dietro Super Max.
“Dicevo all’inizio che la Formula Uno sta ammirando un fuoriclasse epocale. Bisogna riconoscere i meriti di Verstappen”.
Ma quanto nuoce al Circo a quattro ruote il fatto che ormai prima di ogni gara già si conosce il nome del trionfatore?
“Beh, in ogni settore agonistico l’equilibrio nella competizione è importante. Però quando uno è più bravo è giusto che raccolga i frutti del suo lavoro, ci mancherebbe”.
Stessa musica anche nel 2024?
“Credo e spero di no. La Mercedes e la Ferrari stanno spingendo forte. La crescita di Aston Martin e McLaren è sotto gli occhi di tutti. So che si tratta di un esercizio futile, ma come ho già spiegato senza Max il campionato sarebbe apertissimo, ci sono una decina di vetture in meno di due decimi”.
Cosa rispondiamo a chi accusa Stefano Domenicali di essersi ‘americanizzato’ troppo, di voler trasformare l’automobilismo in una versione a trecento all’ora del wrestling?
“Chi muove questa contestazione non mi conosce. Vengo da Imola, ho casa a Monza, ho tifato per Gilles Villeneuve, ho amato Senna e considero una enorme fortuna umana e professionale essere stato un collaboratore di Schumi. Poi io dico che non possiamo avere paura della modernità e aggiungo che lo show è un valore, non un limite. Però il Dna delle corse non è stato toccato, infatti vince il pilota più bravo con la monoposto migliore”.
Un’ultima cosa: a fine 2024 scade il contratto Pirelli per le gomme da Gp. Resterà il costruttore italiano o subentreranno i giapponesi della Bridgestone?
“Prenderemo una decisione entro la fine dell’estate, sapendo di poter scegliere tra due magnifiche aziende”.