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I due mondi (e mondiali) di Vettel e CamilleriLeo Turrini - 31 agosto 2018

Tanto, che te lo dico a fare? (Cit.)
Vagavo per i campi del Tennessee, come ci ero arrivato chissà e insomma la Brianza piovosa più che Battiato mi faceva venire in mente Battisti.
Innocenti evasioni.
Il venerdì conta niente.
Però, a sera un bambino a Burago mi ha chiesto: scusi, maestro, è vero che domenica la Ferrari fa doppietta?
Questa storia del maestro non so come sia nata, ho il sospetto allegro di essere preso per i fondelli ma a un bambino non puoi demolire un sogno.
In verità neanche a un adulto ferrarista. Primo Vettel secondo Raikkonen. Ma è solo venerdì.
Com’è difficile restare calmi e indifferenti quando tutti intorno fanno rumore!
E quante stupide galline si azzuffano per niente evocando, sotto banco, dubbi esoterici sulla power unit di Maranello!
Vabbè, wait and see.
Delle esternazioni di Camilleri immagino già sappiate. Tutto molto sensato, a occhio e croce. L’amministratore delegato della Ferrari conosce la materia, conosce i piloti, il giudizio su Vettel alla Ronaldo è un colpo di fioretto agli orfani e comunque anche per lui vale quello che scrivevo nel 1991 su Montezemolo e nel 2014 su Marchionne.
Il tempo dirà, mai giudicare con troppa fretta.
L’universo che respira e sospinge la tua sfera, cosa vuoi?
Due mondi (cioè voglio due mondiali. Dico, si capisce che sono transitato dal Dosso di Coroldo?).
Ps. Sul brutto botto di Ericsson una sola osservazione, per quanto banale possa essere.
Motorsport is dangerous.