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Ferrari, vinceremo l’anno prossimo?Leo Turrini - 28 aprile 2019

Eccomi qua.
Tra il 1992 e il 1998, regolarmente Luca Cordero di Montezemolo si e ci confortava dichiarando: vinceremo l’anno prossimo.
Di solito, era autunno inoltrato.
Qui manco siamo a metà primavera.
Per ora, debbo prendere atto di quanto segue.
Uno. La Mercedes ne ha di più. Quattro gare, quattro doppiette. Mai visto in avvio di stagione. Su piste tra loro molto diverse.
Due. A Baku la Ferrari (vedi gara di Vettel) non era sideralmente lontana. Ma, come ha ammesso Seb, mai il tedesco ha avuto o dato l’impressione di poter sfidare per la vittoria Bottas e/o Hamilton. E questo è un guaio.
Tre. Leclerc merita un discorso a parte. Si era rovinato da solo con l’erroraccio di sabato. In gara ha guidato molto bene e le strategie non c’entrano, partendo con la gomma gialla era difficile ottenere di più. Qui ripeto quello che ho già detto: a un giovanissimo talento devi concedere il bonus dell’inesperienza. Accadeva con Gilles, con Ayrton, con Hamilton.
Quattro. Certo, ognuno di noi può immaginare che con Leclerc in pole avremmo visto un Gran Premio diverso. Può darsi, ma anche così torniamo al discorso di partenza. La Ferrari sta al gancio, qualcosa manca, o è tutto perfetto, ma proprio tutto!, oppure perdi.
Cinque. Si può trovare, il “qualcosa” che latita? La risposta la aspettiamo, magari già a Barcellona. Nel dopo Baku è stato Binotto a parlare della necessità di essere più “aggressivi” sugli sviluppi.
Sei. E così ci riconduciamo alla vera essenza della Formula Uno. Piaccia o non piaccia, qui è la tecnologia a decidere. Il vantaggio Mercedes sta lì, ancora e sempre.
Il resto.
Da quando ho dichiarato che se Bottas vince il mondiale io mi ritiro a vita privata, eh, l’ipotesi sta uscendo dal novero dell’impossibile. Quindi, comincio a preparare i bagagli.
Mi aspetta una vita senza Clog?!?