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Ferrari, che significa lo sfogo di LapoLeo Turrini - 17 aprile 2023
  1. Anzi tutto una bella notizia.
    Il nostro Emi Emi è tra i venti finalisti del premio Bancarella Sport, con il suo volume dedicato a Chris Amon, pubblicato con pseudonimo Emiliano Tozzi, alias Stella Stai (si scherza, eh).
    Evidentemente ho un futuro come talent scout e già temo il momento in cui il delirante Roli verrà candidato allo Strega (che, nel suo caso, è il liquore).
    Bene.
    Non mi meravigliano le rumorose uscite di Lapo Elkann sulla Ferrari da Gran Premio presieduta dal fratello John.
    Conosco Lapo da quando era un ragazzino. Gli sono affezionato. Non ignoro le notizie di cronaca che hanno segnato la sua esistenza.
    Ma proprio perché lo conosco, so che la sua passione per le corse è sincera. Per lui le delusioni delle Rosse in pista sono una ferita che sanguina.
    La diversità caratteriale rispetto al fratello presidente non potrebbe essere più netta. E da un punto di vista emotivo, non stonerebbe, il cadetto, in un ruolo di responsabilità a Maranello. Ma ovviamente non credo ci siano le condizioni.
    In generale, ripeterò un concetto già espresso. Non è un presidente d’azienda a far vincere le macchine di una Scuderia. Almeno, non da solo. Ma avere un leader che si immedesima con un sentimento collettivo aiuta.
    Show us you care, John.
    In coda, ospito il testo di un Caro cloggaro reduce da Portimao. 079 Max magari vince il Campiello, già che ci siamo.

079 SCRIPSIT

Il Wec, il Clog e Pedro.
Un anno dopo, eccomi di nuovo a condividere il racconto di una prima volta.
Il giro scorso la prima Imola, oggi la prima volta a una gara Wec.
Minimo comune denominatore, la Ferrari gli amici e queste pagine.
Qualche mese fa, il buon Uomo sul Bidone mi chiama “sto cercando compagni d avventura per andare a vedere il Wec a Portimao e non trovo nessuno, tu verresti?”
La risposta per me è stata semplice, mi si chiedeva se mi andava una gita per vedere la Ferrari. Una Ferrari diversa in un paese straniero. Ovvio che si, il mio spirito vagabondo era già in festa.
Pronti via, partiamo da due aereoporti diversi, con due compagnie diverse in orari diversi, e arriviamo causa ritardi insieme a Lisbona. Acchiappa la C3 a noleggio, e rotta verso sud. A Portimao ci attende la compagine di Riccris, in trasferta anche lui, ed una volta raggruppati il gruppetto clog è al completo.
La domenica della gara, arriviamo di buon ora in autodromo. Abituato a Imola e Monza, parcheggiare praticamente all ingresso dell’ autodromo suona strano. Capirò presto che il Wec non solo è un tipo di gara diverso, ma anche un mondo diverso.
Puoi fare la pit walk, e incontrare i piloti, farci i selfie, senza per forza essere un divo di Hollywood. Puoi incontrare Glickehaus, e urlargli “Jim una foto!”.puoi sbirciare e passare nei box, puoi fare cose che la F1 permette solo ai Vip.
Ti può anche capitare che mentre fai la fila a 2000 km da casa qualcuno ti dica “tu sei Max, ti riconosco dalla foto con Forghieri che hai postato tempo fa”, e così conosci Pedro, cloggaro sessantenne Portoghese che legge Leo e tutti noi da Lisbona.
Una toccata e fuga portoghese molto bella e divertente, una Ferrari che arriva seconda ma che in quanto esordiente della categoria non sfigura contro la veterana Toyota. Il bilancio della gita è positivo. E non sarebbe mai stato possibile senza il clog, perché è qua che ho incontrato gli amici di questo viaggetto.
Prossima tappa Imola, ritorno in Terra Santa, ci sarà da soffrire ma ci sarà la Ferrari e gli amici e quindi vada come vada, sarà bello.
Un saluto a tutti, un saluto a Pedro, e come sempre un grazie a Leo. Per tutto.