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Ecco cosa c’è da sapere sulla nuova FerrariLeo Turrini - 21 gennaio 2019

Ecco cosa c’è da sapere, per ora, sulla Rossa che verrà (tra parentesi e per non dare troppa dignità all’argomento: continuo a non comprendere che senso abbia il tormentone su Vettel, fino a prova contraria Seb è il top driver della Scuderia, poi se Leclerc dovesse andare più forte di lui pace, di sicuro tirare in ballo Schumi 2 che ancora deve disputare una gara di Formula Due, insomma, come diceva Totò ogni limite ha una pazienza e come diceva Nanni Moretti continuiamo a farci del male, chiusa parentesi).
Allora, la nuova Ferrari.
Il modellino è intrigante anche se non ci ho capito una beata mazza.
La vedrete, la macchina, il 15 febbraio e pochi giorni dopo i test di Barcellona si incaricheranno di fornire i primi indizi.
I tecnici che stanno lavorando sulla vettura sono cautamente ottimisti.
Vado a spiegare il significato dell’avverbio.
Mi hanno raccontato che tutte le indicazioni “a freddo”, cioè a tavolino, in galleria, digitalmente parlando eccetera, sono positive.
Ed è un fatto che nelle ultime due stagioni una volta sull’asfalto la Rossa confermava le supposizioni teoriche. I problemi di sviluppo, sia nel 2017 che nel 2018, sono sempre apparsi più in là, verso fine estate (i motori di due anni fa, gli assetti dell’anno passato).
Ma allora perché “cautamente”?!?
Ci arrivo.
Mi hanno spiegato, sfondando il muro della mia conclamata e crassa ignoranza tecnologica, che le modifiche tecniche introdotte dal nuovo regolamento alterano significativamente la qualità delle prestazioni.
Tradotto dal binottese, linguaggio in stile vocabolario di Harry Potter: noi in Ferrari pensiamo di avere individuato le giuste soluzioni, ma va a sapere cosa hanno in serbo la Mercedes e la Red Bull.
Suona tutto molto banale, me ne rendo conto perfettamente. Ma questo è lo stato dell’arte.
Cioè, come diceva il nuovo alfiere dell’Alfa Sauber…
Wait and see.