custom logo
Domenicali su Hamilton, Leclerc, MotoGP…Leo Turrini - 1 aprile 2024

Non è un pesce d’aprile, la mia intervista a Stefano Domenicali.
La dedico affettuosamente al cloggaro STF, che ritiene, certo non da solo!, il Dom responsabile di ogni male, dalle regole tecniche al no agli Andretti, passando per la sconfitta di Geolier a Sanremo fino allo scioglimento delle calotte polari.
Buona lettura.

“Quando verrà ufficializzato l’acquisto della MotoGP da parte di Liberty Media, beh, ne sarò felicissimo! Io sono di Imola, la mia passione per le corse comincia con la 200 Miglia su due ruote, l’epopea dei fratelli Costa, il mito di Giacomo Agostini e dei suoi contemporanei…”
Stefano Domenicali è il manager italiano più famoso nel mondo dello sport. Già capo del reparto corse Ferrari (“Anni meravigliosi, ho perso tre mondiali per sette punti complessivi tra 2008, 2010, 2012, eppure la gratitudine prevale sul rimpianto”), poi presidente di Lamborghini, dal 2021 governa il business della Formula Uno. In pratica ha preso il posto che fu del mitico Bernie Ecclestone.
“Adesso vivo a Londra con la famiglia ma sto sempre in giro causa Gran Premi -spiega il Dom- È un impegno totalizzante, ma non vorrei fare altro, nella vita”.
Le cose come vanno? Se ne sentono tante…
“Faccio parlare i numeri. Nel 2023 abbiamo sfiorato i tre miliardi di ricavi. Negli autodromi abbiamo avuto sei milioni di spettatori dal vivo. Oggettivamente la Formula Uno non è mai stata così popolare”.
Peccato vinca sempre quello, intendo Verstappen.
“Eh, mi meraviglio! Non siamo reduci da una bellissima doppietta Ferrari in Australia?”
Sì ma…
“Seriamente: capisco l’obiezione, stiamo vivendo un periodo storico egemonizzato dalla Red Bull. Ma non è una novità, in Formula Uno i cicli ci sono sempre stati. Io ero in Ferrari quando tra il 1999 e il 2008 conquistammo sei titoli piloti e otto costruttori…”
Peccato non accada più.
“Secondo me a Maranello stanno lavorando bene. A Melbourne la Scuderia ha offerto una straordinaria dimostrazione di competitività. Poi certo anche io continuo a considerare Verstappen il favorito logico. Però la Ferrari ha fatto un balzo in avanti, ha staccato gli altri team, ad esempio la Mercedes. È importante, non è un dettaglio da poco”.
Va bene, ma come la mettiamo con Hamilton?
“Cosa c’entra Lewis?”
C’entra: Sainz si è messo ad andare così forte che…
“…che qualcuno pensa non ci sia bisogno del sette volte campione del mondo, conosco il ragionamento. Ma è un ragionamento sbagliato”.
Perché?
“Premetto che Carlos è un signor pilota e non a caso è l’uomo mercato del momento. Trovera’ una sistemazione all’altezza delle sue qualità. Ma con Hamilton la Ferrari ha fatto una grande operazione, non solo a livello di marketing. È una scelta strategica, ecco”.
Ma non è troppo vecchio?
“Chi, Lewis?”
Lui.
“No. Io sono presente a tutte le gare, Hamilton non ha perso niente del talento e ha ancora fame di successi”.
Potrebbe essere il nuovo Schumi per il Cavallino?
“Sì, ma di sicuro c’è una differenza e non mi riferisco all’età, sebbene Michael al suo arrivo in Italia fosse molto più giovane”.
Che differenza?
“Schumi era il dominus assoluto, Irvine era dichiaratamente un numero due. Lewis dovrà giocarsela con uno come Leclerc, che non accetterà mai mansioni da gregario”.
Beh, allora buon lavoro a Vasseur.
“Credo che Fred sia perfettamente in grado di gestire una situazione che lui per primo ha contribuito a determinare”.
Domenicali, ma come finirà il conflitto all’interno della Red Bull?
“È un argomento al quale sono completamente estraneo. Non faccio commenti. Semplicemente mi auguro che l’immagine della Formula Uno venga rispettata da chiunque appartenga al nostro mondo. Piuttosto, posso aggiungere un’ultima cosa?”
Prego.
“Non vedo l’ora di tornare a Imola per il Gran Premio! Un anno fa la tragedia dell’alluvione impose la cancellazione dell’evento. Voglio rivedere i sorrisi della mia gente, felice di godersi lo spettacolo chiamato Formula Uno”.
Magari in coincidenza con una vittoria Ferrari.
“Il mio ruolo mi obbliga ad essere super partes, però lo ammetto: sarebbe bello…”