1. Eccomi qua.
    È notte fonda.
    Dirette televisive su Sky da mezzogiorno all’una di notte appagano sicuramente la mia vanità, ma stroncherebbero un ragazzo, figuriamoci un vecchio quale io sono.
    E in mezzo ci sono stati gli articoli per Resto del Carlino/Nazione/Giorno, i contributi web e bla bla bla.
    D’accordo, sempre meglio che lavorare: ma è giusto per far capire agli amici che ho (tantissimi e li ringrazio di cuore, hanno fatto la mia immeritata fortuna) in cosa consista la mia faticosa passione, che da non pochi so condivisa.
    La sostanza, adesso.
    Lewis Hamilton aveva vinto il mondiale. Glielo ha fatto perdere il botto di Latifi.
    Il fatto che il figlio di papà debba il posto in Williams anche alla amicizia tra la sua famiglia e Toto Wolff mi rafforza in una antica convinzione.
    Quando una sceneggiatura la scrive il Destino, gli autori di Gomorra, di Star Wars e di Avengers End Game sembrano dilettanti allo sbaraglio!
    È stato tutto pazzesco, dal primo Gp all’ultimo sorpasso.
    Credo che Hamilton abbia dimostrato la sua grandezza nel momento più atroce, nell’istante della beffa allucinante: lui è andato a fare i complimenti a Verstappen, mentre Toto Wolff si scatenava in ululati e ricorsi.
    Credo anche di averlo segnalato spesso: io non la reggo, la arroganza di Totone. La trovo fuori luogo e di cattivo gusto, perché chi è forte ha il dovere di preferire lo stile sullo stiletto.
    Onestamente non so che fine farà il preannunciato appello parigino. Secondo me Mercedes dovrebbe evitare di presentarlo. Ma faranno come meglio credono.
    Nel merito.
    A mio parere Hamilton doveva restituire la posizione dopo l’episodio del primo giro. Ha preso quasi due secondi di vantaggio uscendo di pista.
    E quando c’è stato il botto di Latifi io ritengo che Masi avrebbe fatto meglio ad esporre la bandiera rossa, ordinando un nuovo Start. Da fermo.
    Non è andata così ma la sua decisione, anche e soprattutto a proposito degli…sdoppiamenti, rientra nelle insindacabili prerogative del direttore di gara.
    È invece il top della anti sportività la pretesa, sempre di Wolff, di far finire un campionato indimenticabile dietro safety car.
    Avrebbe sostenuto la stessa cosa a ruoli invertiti?
    Basta rispondere a questa banalissima domanda per capire.
    Su Verstappen.
    Che sia un Fenomeno, esattamente come Hamilton, è fuori discussione.
    Che nella sua carriera si sia reso protagonista di esternazioni non di rado intollerabili, è altrettanto fuori discussione.
    Ma che campione!
    Non ha nemmeno venticinque anni, sta in Formula Uno da quando era un adolescente, si è fatto carico, con il totale supporto Red Bull, di una sfida che pareva impossibile, la sfida alla coppia Hamilton/Mercedes. E contro quella coppia, per intenderci, la Ferrari si è disintegrata.
    Penso che chi ama la Formula Uno abbia un debito con questo ragazzo, così come ce lo abbiamo, tutti!, nei confronti di Lewis.
    Hamilton, con quel gesto finale, ha reso testimonianza di una nobiltà che manca a tanti, a troppi.
    Questa è la mia opinione riassuntiva. A prescindere dai contenuti di una sentenza d’appello cui, ripeto, nemmeno si dovrebbe arrivare, beh, non lo cambierò.
    Grazie a tutti quanti hanno seguito le mie analisi in questa sede. Magari ci torneremo sopra con un dialogo “postale”, ma solo con chi si firma con nome e cognome.
    È una questione di civiltà e ormai credo se ne renda conto chiunque abbia amore per la libertà di pensiero, che non va mai confusa con l’abuso.
    È tempo di spegnere la luce.