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Con Vettel, sognando un’altra SilverstoneLeo Turrini - 20 luglio 2018

Potrebbe essere un’altra Silverstone.
Per Vettel.
Ma anche no.
Di nuovo, macchine fin qui vicinissime. Non si coglie (o almeno, non la noto io) una differenza di prestazione tangibile, riscontrabile in qualunque condizione.
Per questo è un campionato bellissimo, anche se un ferrarista anziano non avrebbe disdegnato una bella replica del magicamente noiosissimo 2004.
Ma non si può avere tutto dalla vita, eh.
Voglio aggiungere una cosa, aspettando la pole.
Repetita juvant (e Ronaldo Juventus, s’intende).
Io trovo oltraggioso che i piloti debbano pagare con penalizzazioni sulla griglia di partenza l’inadeguatezza di chi costruisce una macchina, un motore, un cambio.
In generale io sono ostile alla versione “risparmiosa” dell’automobilismo, voluta da Todt con il consenso dei produttori. Ma non voglio insistere con la menata filosofica.
Però, anche applicando certi principi ipocriti, non si comprende come mai le colpe del team debbano ricadere su chi guida.
Zero senso, secondo me.
Perché Ricciardo in Germania (e altri prima di lui e altri dopo di lui) deve scontare una sanzione per una responsabilità che non gli appartiene?
L’ha ordinato il dottore (non Marko, nel caso specifico)?
Sarebbe ben più logico castigare la scuderia, negandole per la classifica riservata ai costruttori i punti ottenuti eventualmente in gara con il motore ‘in piu’.
Tra l’altro, poiché i team principal giurano sempre che il titolo a squadre è il più importante, ecco, li metteremmo alla prova, no?
Quanto alla scontata conferma di Bottas accanto ad Hamilton per il 2019, noto sommessamente che in certi ambienti l’usato sicuro va di moda.
Ma guarda un po’.