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Benvenuto, Schumi. Anzi, bentornatoLeo Turrini - 2 dicembre 2020

Quando, non so dove e non so come, perché della ipotesi di calendario che circola non ci si può fidare!, scatterà il mondiale F1 del 2021, saranno passati otto anni e pochi mesi dall’ultima presenza di uno Schumacher sulla griglia di partenza di un Gran Premio.
Adesso è ufficiale. Mick Schumacher guiderà la Haas nella prossima stagione. Anzi, comincerà già nel venerdì delle prove libere di Abu Dhabi.
Io c’ero, quando suo padre staccò definitivamente la spina. Brasile 2012. Stavamo ad Interlagos e ricordo la vaga emozione del dopo gara. Sentivamo tutti la malinconia di un congedo. Era il sipario su una epopea.
C’ero anche quando tutto era iniziato. Belgio 1991. Michael su una Jordan, al posto del galeotto Gachot.
Mi venne in mente la frase che pubblicai sui miei giornali dopo le qualifiche del sabato. Incredibilmente chiuse dal ragazzo al settimo posto.
Forse oggi ho visto il futuro della Formula Uno.
Scrissi così e rileggendomi pensai di avere esagerato con la birra delle Ardenne.
E invece.
Il 1991. Il 2012. Prossimamente il 2021.
Nessuno ci toglierà quello che abbiamo ballato e non sempre le doti dei genitori si rispecchiano nei figli, per carità.
Eppure, per tanti comprensibili motivi, questa è una storia unica e struggente.
Non di rado penso ai silenzi in quel grande castello in Svizzera.
Penso a Corinna, che rammento giovanissima, sempre distante dai riflettori.
Penso che suo figlio, anzi, il loro figlio se la giocherà, questa opportunità. Con l’orgoglio di papà e lo stile sobrio di mamma.
Il fatto che Mick abbia stipulato un accordo pluriennale con Haas significa che la Ferrari ci crede e che è pronta ad aspettare il figlio d’arte.
Dopo di che, vedremo.
Benvenuto, Schumi.
Anzi.
Bentornato.