Pordenone, 16 settembre 2015 - E' la pistola del delitto. Quella che il 17 marzo scorso, all'esterno del Palazzetto dello Sport, uccise Trifone Ragone, 28 anni, e la fidanzata Teresa Costanza, 30. La comparazione dei Ris tra l'arma e i bossoli rinvenuti sulla scena del crimine non dà adito a dubbi: c'è perfetta compatibilità. Lo apprende l'Ansa da fonti investigative. Lunedì è probabile che si svolgerà l'incidente probatorio: l'esame sulla pistola e la comparazione coi bossoli verrà ripetuto alla presenza dei difensori di Giosuè Ruotolo, unico indagato.
La pistola, completa di caricatore, era stata rinvenuta tra venerdì 18 e sabato 19 settembre, nel laghetto del parco di San Valentino dai sommozzatori dell'Arma di Genova. Da allora, l'inchiesta aveva subito la svolta che ha portato all'iscrizione nel registro degli indagati di Giosuè Ruotolo, di 26 anni, caporale campano amico della vittima. I due, fino a maggio scorso, avevano condiviso con altri due commilitoni lo stesso appartamento. I vicini di casa lo descrivono come mite e taciturno, mentre lui si descrive come una sorta di 'burocrate dell'esercito', assolutamente poco avvezzo all'uso di armi. Eppure le accuse contro di lui si basano su alcuni riscontri circa la presenza della sua auto in zona il giorno del delitto e le tracce lasciate dal suo telefonino. Per ora non sono indizi sufficienti, ma se dall'analisi della pistola emergessero anche altri riscontri come tracce di Dna o impronte, sarebbe la prova che al momento manca agli investigatori.