Migranti, Gentiloni: "Vince lo Stato, perdono gli scafisti"

Il premier tiene il punto dopo le frizioni nel Governo sul codice Minniti. L'Onu sulla missione italiana in Libia: "E' la strada giusta"

Una migrante sbarca nel porto di Salerno da una nave di MSF (Ansa)

Una migrante sbarca nel porto di Salerno da una nave di MSF (Ansa)

Roma, 8 agosto 2017 -"L'Italia è al lavoro da tempo per la stabilizzazione della Libia. Mi auguro che le Nazioni unite diano una spinta decisiva", ha detto il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni all'inviato speciale dell'Onu per la Libia, Ghassan Salamè, ricevuto a Palazzo Chigi. Per il premier "autorità libiche più forti renderanno più efficace l'impegno contro i trafficanti di esseri umani".  Da parte sua Salamè, in conferenza stampa con il ministro degli esteri Alfano, ha rimarcato come "la cooperazione e la trasparenza tra Italia e Libia siano il modo più costruttivo" per ottenere risultati. Per Alfano infine "serve una reductio ad unum dei formati negoziali in Libia, l'Onu prenda la leadership".

In serata al Tg1 il premier rincara la dose: la strategia contro l'immigrazione clandestina sta funzionando, "vince lo Stato e perdono gli scafisti", e di questa strategia il codice per le Ong è "un pezzo fondamentale". Gentiloni prova così a chiudere la polemica che ha fatto ballare il governo. "Il codice - dice - è un pezzo fondamentale di una strategia che il governo ha sull'immigrazione. Questa strategia sta producendo piano piano dei risultati, vediamo ad esempio i flussi migratori che si stanno gradualmente riducendo. Vince lo stato e perdono gli scafisti e i trafficanti". 

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ALFANO E SALAME' - Troppi mediatori sulla Libia: l'Onu deve assumere la leadership delle trattative. A dirlo è il ministro degli esteri, Angelino Alfano, al termine dell'incontro con l'inviato speciale delle Nazioni Unite per il Paese africano, Ghassan Salamè. "Serve una reductio ad unum dei formati negoziali in Libia, l'Onu deve prendere la leadership. Fino ad oggi ci sono stati troppi negoziati, troppi negoziatori e zero risultati finali - ha detto il capo della diplomazia italiana -. I problemi sono tanti ma la instabilità libica è una priorità assoluta non una partita di serie B".

D'accordo con Alfano anche Salamè: "Il popolo libico sarà il primo beneficiario di una stabilizzazione, ma una soluzione riguarda tutti noi. Per questo dobbiamo lavorare tutti assieme e applicare la regola della reductio ad unum delle trattative". Per l'inviato delle Nazioni Unite, che dice di avere grande fiducia nel presidente al Sarraj senza per questo ignorare il ruolo del generale Haftar, la missione italiana antiscafisti nelle acque libiche è giusta. "So che ci sono state discussioni in Libia, ma credo che la cooperazione e la trasparenza tra Italia e Libia siano il modo più costruttivo" per ottenere risultati - ha spiegato -. Siamo sulla strada giusta in questo settore per trattare una sfida che ci coinvolge tutti quanti". 

"Ora che noi abbiamo davvero a portata di mano l'occasione di fare diminuire i flussi di migranti dobbiamo molto investire sulle organizzazioni umanitarie multilaterali internazionali perché anche i campi in Libia abbiano uno standard accettabile dal puto di vista della tutela dei diritti umani", ha detto ancora Alfano.

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CODICE ONG - Intanto oggi il presidente dell'europarlamento, Antonio Tajani, è intervenuto sulla vicenda del codice delle Ong. "Il codice è indispensabile perchè stavano accadendo vicende che creavano preoccupazioni e sospetti: serono le regole ed è indispensabile siano rispettate - ha detto a RaiNews24  -. La commissione è stata chiara ma e importante che l'Italia parli con voce unica: non possono esserci politiche ondivaghe e in questa direzione è stato importante il messaggio del presidente della Repubblica".

Proprio le norme di comportamento stilate dal Viminale è stato oggetto di attrito all'interno del governo, ma il Quirinale e il premier Gentiloni hanno blindato la linea di azione del ministro Marco Minniti. "Sono contrario a ogni derby tra rigore e umanità, tra regole e solidarietà, tra sicurezza e diritti umani", ha detto oggi Alfano a margine dell'incontro con l'inviato dell'Onu. "Non è un derby che deve conoscere, l'Italia deve continuare a essere il Paese che ha sposato entrambi gli aspetti", ha aggiunto. 

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Dal canto suo, in un'intervista a Repubblica, il titolare dei Trasporti, Graziano Delrio, ha escluso "punti di contrasto" con Minniti ma ha sottolineato come "se c'è una nave di una Ong vicina a gente da soccorrere, non posso escluderla. E anche se non ha firmato il codice di autoregolamentazione, sono obbligato a usarla per salvare vite umane". Per quanto riguarda i soccorsi in mare, dunque, "la Guardia Costiera dipende dal ministero dei trasporti e tocca a lei valutare se è necessario effettuare dei trasbordi - ha aggiunto - . Io ho dato disposizioni di usare principalmente le Ong che mostrano un atteggiamento collaborativo. Ma certo non posso violare una regola del diritto internazionale o la nostra Costituzione. O qualcuno pensa che si possa vietare il trasbordo a una nave con migranti, magari lasciandola fuori dai porti a vagare nel Mediterraneo per 15 giorni?".