Elezioni 2018, Berlusconi: "Siamo al 40%". Maroni: inizio una nuova vita

Il Cavaliere: "Tutti i sondaggi rafforzano le mie convinzioni, voglio arrivare al 45%". Il leader del Carroccio: "Se lasci la Lombardia evidentemente in politica non puoi fare altro". Berlusconi: "Maroni non avrà ruoli nel futuro governo". Bobo: "Per me inizia una nuova vita"

Silvio Berlusconi e Roberto Maroni (Ansa)

Silvio Berlusconi e Roberto Maroni (Ansa)

Roma, 9 gennaio 2018 - Silvio Berlusconi è "intimamente convinto" che il centrodestra sia prossimo alla soglia del 40% di consensi in vista delle prossime elezioni politiche del 4 marzo 2018. Il Cavaliere interviena a Circo Massimo, su Radio Capital, assicuranco che "tutti i sondaggi rafforzano le mie convinzioni". La quota del 40% "dovrebbe garantire la maggioranza assoluta, ma io punto più in alto. A un 45% globale nella coalizione".

Argomento del giorno è la rinuncia di Roberto Maroni alla candidatura per le regionali in Lombardia. "Motivi personali", la spiegazione ufficiale del governatore. Ma il sospetto che Maroni possa rientrare nei giochi come possibile ministro dell'Interno in un eventuale futuro governo di centrodestra, o addirittura come premier, si fa largo fra gli addetti ai lavori. E parrebbe aver fatto infuriare Salvini, colpito dal 'fuoco amico' e preoccupato da un possibile 'inciucio' tra il collega di partito e il leader di Forza Italia. Oggi il numero uno del Carroccio ha lanciato una frecciata a Maroni. "Se lasci il tuo incarico in Regione Lombardia che vale molto di più di tanti ministeri  - ha detto Salvini a Radio 24 - evidentemente in politica non puoi più fare altro".

Berlusconi, nel frattempo, sembra allontanare i sospetti sul futuro politico di Maroni.  "E' assolutamente impensabile ipotizzare ruoli politici o in un futuro governo" per Maroni, dice a Radio Capital. Il numero uno del Pirellone "ha fatto una scelta personale, lo ringraziamo per il lavoro in Lombardia, sono sicuro che i cittadini confermeranno il loro voto alla nostra coalizione per la guida di una regione così importante per l'economia del Paese".

Ed è lo stesso Maroni, su Facebook, a ribadire la sua scelta. "Continuo a ricevere centinaia di messaggi di persone che mi ringraziano per quello che ho fatto alla guida della Regione Lombardia - scrive in un post -. Sono felice e lusingato, mando a tutti un abbraccio commosso. Ora per me inizia una vita nuova". Ma a gettare acqua sul fuoco ci pensa Stefano Parisi, leader di Energie per l'Itala. "Abbiamo appreso che dietro le motivazioni espresse da Maroni non ci sono ragioni personali, ma un disegno politico di Forza Italia contro la Lega - dichiara -. All'interesse dei lombardi si antepone purtroppo un interesse di parte cinico e spregiudicato". E aggiunge:  "In una campagna elettorale così importante nella regione economicamente più rilevante d'Italia, il centrodestra avrebbe dovuto riproporre un buon governo composto da persone competenti e responsabili".

Sul tema delle elezioni in Lombardia, intanto,  Berlusconi spiega come Forza Italia stia valutando la proposta della Lega di candidare Attilio Fontana, ma non esclude di presentare un proprio nome, Mariastella Gelimini. Parlando poi del Lazio il leader azzurro non conferma la candidatura del vicepresidente del Senato, Maurizio Gasparri: "Può essere un ottimo candidato - afferma - ma siamo ancora distanti da una decisione definitiva". 

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Gli si chiede, invece, se nella futura (ed eventuale) squadra di governo non possa entrare il governatore della Bce, Mario Draghi. "Magari - chiosa Berlusconi -, a chi non piacerebbe avere Mario Draghi alla guida dell'Economia, ma io non l'ho candidato e non voglio che su questa cosa vengano fatte delle strumentalizzazioni". 

"MAI LARGHE INTESTE COL PD" - Berlusconi non vuole sentir parlare di larghe intese col Pd. Un'opzione "non c'è mai stata e non ci sarà neanche in futuro". E ricorda: "Col patto del Nazareno non avevamo fatto un accordo politico, ma un accordo per scrivere insieme la riforma della Costituzione e poi la legge elettorale". Poi "Renzi è venuto meno a questa intesa e anche per questo non riteniamo che ci sia la possibilità di un'azione comune".

Il Cavaliere è netto sul leader Pd: "Non ricordo di aver mai definito Renzi il mio erede. Renzi ha avuto il merito di rompere davvero con la storia post-comunista, ma non è riuscito a sostituirla con un'altra anima e un'altra identità". E ancora: "Il Pd è ridotto a un semplice gruppo di potere, senza valori e senza prospettive".

Infine, non manca una battuta sul 'suo' Milan, in crisi nonostante la vittoria nell'ultima domenica di campionato. "Soffro di un reale mal di stomaco nel vederlo giocare in modo così inconsulto e sbagliato", attacca Berlusconi.