VIVIANA PONCHIA
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Omicidio Varani, la fidanzata: "Luca troppo buono. Si è fidato di persone sbagliate"

Sfogo su Facebook. Gli amici: a quelle bestie in cella faranno bei giochini

Luca Varani (Ansa)

Luca Varani (Ansa)

Roma, 8 marzo 2016 - UNA STANZA buia, un muro, il telefono spento. Il dolore si può addomesticare così. Oppure gli si spalanca la porta e si grida: "Il nostro amore lo conoscerà il mondo intero. Mai avrei immaginato in questo modo". Marta Gaia Sebastiani non sceglie il silenzio. È una ragazza abituata a postare su Facebook anche le ricette dei risotti, il suo mondo è lì. Anche adesso che il mondo è andato in pezzi e l’orrore è talmente grande da togliere il fiato. Altri soffocherebbero da soli in quella stanza. Lei no. Il dolore lo fa rimbalzare, lo condivide. E anche questa è una ricetta. "Bellissimo amore mio – scrive – ora sei veramente libero, ora non hai più regole, ora non hai più nessuno che ti giudica senza sapere le cose". Di là, forse. Ma qui è tutto un processo a cominciare dall’ultima immagine pubblicata da Luca Varani il 15 febbraio: "Dio creò Adamo ed Eva, non Adamo e Claudio".

LA CONFESSIONE CHOC

MARTA Gaia sapeva, approvava e non si sfila dall’abbraccio. Le parole vengono come vogliono: "Ti amo e ti amerò fino al resto dei miei giorni, nonostante tutto. Oltre tutto". Nove anni di amore, il tira e molla dei ragazzini che diventano grandi e quella certezza: "Luca è stato troppo buono e ingenuo con le persone sbagliate". Ringrazia tutti: "Grazie per i pensieri, per le parole. Gente mai vista o conosciuta che mi dedica parole di conforto. E poi grazie agli amici di sempre, mi sono arrivati tantissimi messaggi e chiamate". La sofferenza misurata a colpi di like è un segno dei tempi, forse diluirla fra gli sconosciuti aiuta. L’emozione confonde. "Vorrei che tutti ricordassero Luca per quel ragazzo dolce e sensibile e non per quello debole e a volte troppo presuntuoso. Non mi interessa delle dicerie, non mi interessa di niente. Lo amo e lo amerò sempre, ma non il Luca che era con tutti, il Luca che era con me. Il mio Mascottino".

È sempre Marta a ricordare che "più belle delle stelle esistono solo gli occhi tuoi", a diffondere gli articoli che parlano del "ragazzo dallo sguardo fiero", «tutta una vita davanti spezzata in modo atroce". E poi ci sono gli altri, le iene, che raccontano invece un’altra storia: "Non era un drogato – insiste lei – aveva paura di queste cose". Luca aveva tatuato il suo nome sul braccio. La sua ‘mogliettina’. "Perché nel suo sorriso, nei suoi occhi c’era tutto un mondo".

Adamo ed Eva, appunto. Il sogno di una famiglia tradizionale cominciato con un colpo di fulmine: "Per fortuna che ho buttato a terra lo zaino quel giorno altrimenti tu non ci saresti mai inciampata e non avrei incontrato i tuoi occhi". Venne sabato 20 ottobre 2007, la fatidica domanda: "Vuoi metterti con me?". E il futuro prese forma: "Chissà come diventeremo noi due amore". Romantici dentro un libro aperto a tutti: "La mia giornata inizia quando sento la tua voce. Se mi chiedessero come spiegherei l’amore a un bambino gli risponderei: noi. Perché noi siamo il sinonimo della parola amore".

E fioccano i commenti, un po’ a vanvera come usa: "È la logica dei vigliacchi, del branco, della follia umana – scrive la sconosciuta Valentina –. È una società malata in cui i genitori dovrebbero seguire di più i propri figli piuttosto che dare loro soldi e il resto". Soluzione: "Queste bestie devono pagare per ciò che hanno fatto. Io non ti conosco ma ti sono vicina. Lotta anche per lui». Monica ha un’idea di giustizia più sofisticata: "Questi balordi… Stai certa che in cella gli faranno vedere tanti bei giochini e faranno passar loro la voglia di divertirsi".