Usa pronti a bombardare la Corea del Nord. Interviene la Cina

Pyongyang: "Usa cercano guai, se vogliono la guerra ci andremo. Abbiamo un potente deterrente nucleare". Pechino sospende i voli verso la capitale nordcoreana

Raid sulla Corea del Nord (Olycom)

Raid sulla Corea del Nord (Olycom)

Wahsington, 14 aprile 2017 - Venti di guerra sulla Corea del Nord. Secondo quanto filtrato dalla Nbc in nottata, fonti di intelligence americana, gli Usa sono pronti a un raid preventivo con armi convenzionali contro Pyongyang. Washington attende con certezza che la Corea si attivi per un test nucleare, cosa che - sempre le stesse fonti - potrebbe avvenire già nel fine settimana. Immediata la reazione di Pyongyang che, tramite il ministro degli Esteri Han Song-ryol, afferma che la Corea del Nord "andrà in guerra se" gli Stati Uniti "lo sceglieranno". Posizione già ribadita in più occasioni. Han ha puntato il dito contro le "manovre militari spericolate" degli Usa e possibili "attacchi preventivi", avvertendo che Pyongyang "ha un potente deterrente nucleare". Quindi, nel pomeriggio, la Corea del Nord rincara la dose. Un portavoce del Comando generale annuncia che Pyongyang è pronta a prendere "le più dure" contromisure contro gli Usa se continueranno le provocazione. "Le nostre controazioni più dure contro gli Usa e i loro vassalli saranno prese senza alcuna pietà, tali da non permettere all'aggressore di sopravvivere", dichiara il portavoce del Comando generale all'agenzia ufficiale Kcna. 

CINA E RUSSIA - La tensione cresce di ora in ora, tanto che il ministro degli Esteri cinese Wang Yi afferma che "una guerra tra Stati Uniti e Corea del Nord "può esplodere in qualsiasi momento". In un'eventuale conflitto, dice ancora Wang Yi, "non ci possono essere vincitori". Pechino promette sostegno a qualsiasi tentativo di dialogo. "Invitiamo tutte le parti a smettere di provocare e minacciarsi a vicenda e a non permettere che la situazione diventi irreparabile e fuori controllo", puntualizza il ministro. Perché "il dialogo è l'unica via di uscita". Nel frattempo, la tv cinese Cctv comunica che i collegamenti aerei tra Pechino e Pyongyang della Air China saranno sospesi da lunedì.  

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Anche il Cremlino si dice "molto preoccupato" per le crescenti tensioni nella penisola coreana e invita tutti i paesi ad astenersi da qualsiasi atto provocatorio. Mosca, quanto meno, cerca di allentare le frizioni sul fronte siriano. Il portavoce del Cremlino, citato dalla Tass, dichiara che al Russia è pronta a ripristinare il memorandum di sicurezza con gli Stati Uniti a patto che le azioni imprevedibili di Washington non vengano ripetute.

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MINACCE COREANE - "Non terremo le braccia incrociate di fronte a un attacco preventivo degli Stati Uniti", dice senza giri di parole il ministro coreano. Han non ha negato un nuovo possibile test nucleare, ma, anzi, ha confermato che avverrà "quando il quartiere generale supremo lo ritenga opportuno". La situazione attorno alla Corea del Nord è un "circolo vizioso" che il vice ministro nord-coreano attribuisce alla politica "più aggressiva" verso il Paese del nuovo presidente degli Stati Uniti.

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Ieri, Trump era tornato sul tema della Corea del Nord, definendolo un "problema di cui prendersi cura" dopo lo sgancio della "madre di tutte le bombe" su un sistema di tunnel dell'Isis in Afghanistan. "Non so se manda un messaggio. Non fa differenza. La Corea del Nord è un problema. Occorrerà occuparsene", aveva detto Trump. "Trump fa sempre provocazioni con il suo linguaggio aggressivo. Non è la Repubblica Democratica Popolare di Corea, ma gli Stati Uniti e Trump che cercano guai", è stata la risposta del funzionario di Pyongyang. "Faremo fronte a qualsiasi cosa arrivi dagli Stati Uniti. Siamo assolutamente preparati". 

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