Corea-Usa, Kim congela l'attacco a Guam: "Attendo mosse degli yankee"

Ma "siamo pronti a lanciare missili in qualsiasi momento". Trump rinforza l'asse con Giappone e Corea del Sud per evitare una soluzione militare Iran, ultimatum agli Usa: pronti a riavviare il nucleare

Kim Jong-un (Ansa)

Kim Jong-un (Ansa)

Roma, 15 agosto 2017 - La Corea del Nord fa un passo indietro sull'attacco agli Usa. Dopo aver annunciato l'aggressione all'isola di Guam nel Pacifico, territorio statunitense, proprio per Ferragosto, Kim Jong-un frena e afferma che prima di lanciare i missili guarderà "un altro po' il folle e stupido comportamento degli yankee". Lo riporta l'agenzia di stampa ufficiale nordcoreana Kcna citata dai media internazionali. Una guerra di parole dunque, fino a questo momento, come in tanti si aspettavano. 

Iran, ultimatum agli Usa: pronti a riavviare il nucleare

Il leader nordcoreano torna comunque a ribadire che "gli Usa hanno compiuto una provocazione con l'introduzione di enormi attrezzature strategiche nucleari in prossimità della penisola". Quindi "per disinnescare le tensioni e prevenire il pericoloso conflitto militare", è necessario che Washington faccia "scelte adeguate" e che "le traduca in azioni". Kim ha parlato - sempre stando alla Kcna - durante un'ispezione al comando della Forza strategica a capo delle unità missilistiche della Corea del Nord, in cui sarebbe stato messo al corrente sui dettagli del piano di lancio missili verso Guam. Piano evidentemente, sempre a parole, solo rinviato e non annullato. 

Jong-un "ha esaminato il progetto per lungo tempo" e "ha discusso" con gli ufficiali del comando, spiega l'agenzia del regime, costatando che le forze armate di Pyongyang sono pronte a lanciare i razzi in qualsiasi momento.

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Intanto il presidente Usa Donald Trump muove le pedine diplomatiche per evitare l'attacco nordcoreano: il tycoon ha avuto un nuovo colloquio telefonico con il premier giapponese Shinzo Abe, nel corso del quale i due leader hanno ribadito l'importanza di collaborare con Seul, ma anche con Pechino e con il resto della comunità internazionale. Il presidente sudcoreano Moon Jae-in, ha assicurato che il governo di Seul "eviterà una guerra a tutti i costi". "Non ci deve mai più essere una guerra. Nessuno può decidere di promuovere un'azione militare senza il nostro consenso", ha detto Moon, tornando a chiedere la soluzione pacifica della crisi nata da nucleare e missili di Pyongyang.