Affitti brevi, Airbnb lancia la sfida dei borghi rurali

Joe Gebbia, cofondatore di Airbnb

Joe Gebbia, cofondatore di Airbnb

Palermo, 9 ottobre 2017 - Non solo Roma, Milano e le città d'arte: il boom degli affitti brevi in Italia passa, o almeno passerà, per le aree rurali. E' quanto prevede un guro in materia, Joe Gebbia, fondatore della piattaforma di home sharing Airbnb.

"L'Italia può essere un leader nella valorizzazione delle aree rurali nel mondo e una guida per altri Paesi che vedono ancora come una sfida il turismo nelle aree rurali, creando case studies a disposizione di tutti", ha detto Gebbia, 36 anni, alla presentazione a Palazzo Riso del convegno "Pietre per il futuro.  Airbnb e una nuova era per i borghi antichi". Al centro del progetto, patrocinato dall'Anci e sviluppato in collaborazione con il Mibact, ci sono oltre 40 borghi in tutta Italia. Tre di loro (Sambuca di Sicilia, Lavenone in Lombardia, Civitacampomarano in Molise) vedranno altrettanti spazi pubblici recuperati grazie alla collaborazione tra la piattaforma e la comunità locale, come già avvenuto a Civita di Bagnoregio. "Quello che abbiamo sperimentato dieci anni fa nel nostro salotto di casa, quando abbiamo lanciato Airbnb, ora è una realtà in più di 4 milioni di case in tutto il mondo", sottolinea orgoglioso Gebbia, che è di origini siciliane e che è andato in visita a Mezzojuso, in Sicilia, il paese del bisnonno. La sua idea non è piaciuta subito: basta ricordare quei "sette no ricevuti" prima di poter lanciare una piattaforma che oggi conta 4 milioni di alloggi disponibili in oltre 65 mila città in 191 Paesi.

Burano @Wikipedia "Da piccoli - spiega Gebbia - ci viene insegnato a non fidarci dello straniero, e ogni volta la risposta degli investitori era 'mi sembrate dei bravi ragazzi, ma questa idea non funzionerà mai'. Ora invece siamo riusciti a provare con i numeri che si può dormire a casa di sconosciuti, stiamo amplificando un senso di fiducia creando su scala globale una community. Ci sono profili verificati, le recensioni e una piattaforma consultata da milioni di persone. Alla fine ogni no o rifiuto è stato uno sprone ad andare avanti".

"Perché abbiamo deciso di puntare sulle zone rurali? È una sfida, ma anche una nuova era del turismo: questi piccoli centri rappresentano le identità culturali e quando i giovani si trasferiscono o vanno via per studiare o lavorare, si assiste a una doppia perdita e impoverimento per il territorio - prosegue il manager Usa - sappiamo che fino al 2050 più del 70% delle persone vivrà nei grossi centri urbani. Noi vogliamo lavorare alla ricchezza culturale dei luoghi e connetterli per farli riscoprire, lavorando con giovani architetti e designer per rivitalizzarli. Così li facciamo tornare in circolo nell'economia locale".

image Nel corso della presentazione Francesco Rutelli, presidente del partito democratico europeo, ha lanciato un appello a Gebbia: "scegliete uno dei borghi italiani distrutti dal terremoto per farli risorgere, non come nuove Disneyland ma come autentici centri di rinascita civica e culturale". E Gebbia, dal canto suo, ha rivolto un invito a tutti gli italiani, a provare a "connettere l'identità rurale al mondo globale, per offrire un'opportunità di sviluppo per tanti giovani".