NEW YORK, 18 novembre 2010 – Niky Vendola fa il pieno di studenti alla New York University. Di ritorno dalla California, dove ha partecipato ad un convegno sul cambiamento climatico e ha incontrato il governatore uscente Arnold Schwarzenegger, il presidente della regione Puglia e’ arrivato a Manhattan alla Casa Italiana Zerilli Marimo’ (accolto affettuosamente dal microcosmo antiberlusconiano della Grande Mela).

Un appuntamento tra cultura e politica a cui erano presenti anche il console Francesco Maria Talo’, il direttore dell’Istituto di Cultura Riccardo Viale e la baronessa Mariuccia Zerilli Marimo’, che ha donato alla NYU la sede del dipartimento degli studi italiani. Sala gremita e tanti giovani per la conversazione tra il leader di Sinistra Ecologia e Liberta’ e i professori Pasquale Pasquino della New York University, Nadia Urbinati della Columbia e Anna di Lellio della New School.

Vendola ha spiegato la sua interpretazione del "berlusconismo", e ha dato la sua ricetta per sconfiggerlo. Il tema era “Un laboratorio per il nuovo Sud italiano”, ma l’incontro e’ andato ben al di la’ dei ragionamenti sul Mezzogiorno, concentrandosi soprattutto sugli ultimi sviluppi politici. “Come si fa a cambiare davvero? Come si fa continuare la tradizione gloriosa del nostro paese che in questo momento rischia di rimanere solo una cartolina illustrata, un luogo del passato?”.

Il politico pugliese parla dell’Italia che non vuole. “Un paese che vede crollare Pompei, che non investe nei musei e taglia i fondi alla cultura”: questo e’ stato il filo conduttore dell’intervento nella sede dell’universita’ newyorkese. Con il linguaggio poetico e sarcastico che lo contraddistingue Vendola ha parlato con grande passione della sua regione, ha ricordato gli errori della sinistra, che si e’ limitata a insultare Berlusconi senza studiare un vero programma politico che capisse e contrastasse la sua “visione del mondo”.

Vendola e’ un fiume in piena. Ripete il suo appoggio al tentativo di Fini di “dar vita ad una destra nuova: tollerante, laica, europea”. Una destra che per il leader di Sinistra e Liberazione “in Italia non c’e’ mai stata”. Parla da “uomo del sud innamorato del nord”: un paese dove “le differenze invece che ricchezza diventano una minaccia – dice – e’ un paese che si sta smarrendo”. L’obiettivo e’ si’ vincere le elezioni, ma Vendola “vuole vincere una partita piu’ importante: cambiare non solo la politica ma la cultura italiana. Sconfiggere non Berlusconi, ma il berlusconismo di cui il premier e’ prigioniero”. L’arringa di Vendola non da tregua alla concezione della vita che a suo parere il premier ha diffuso: “la maschia razza italiana del 2010 fa del cinismo una virtu’, crede che le regole siano fatte per essere violate. Ma si e’ esaurito un ciclo – conclude il politico pugliese - C’e’ voglia di cambiamento, voglia di condividere una nuova idea di stare al mondo”. A New York almeno lo applaudono.