Roma, 20 ottobre 2011 - ANDREA Camilleri racconta una vicenda accaduta oltre un secolo fa per parlare dell’Italia di oggi. Ne “La setta degli angeli”, edito da Sellerio, da oggi in libreria, ricorda un fatto realmente accaduto nel 1901 in un paesino siciliano. Intanto, continua il successo della sua creatura più famosa, Montalbano. Il celebre commissario di Vigata tornerà presto in televisione: in Italia con nuovi episodi, mentre la serie è stata acquistata dalla Bbc, che la trasmetterà in chiaro, in prima serata.
Camilleri, cosa accadde nel 1901 a Palizzolo?
«In un paesino in provincia di Palermo, Alia nella realtà, Palizzolo nel romanzo, l’avvocato Teresi, un socialista umanitario che faceva anche il giornalista, scoprì un ignobile accordo tra alcuni sacerdoti. Questi, fingendo pratiche pie, assoggettavano alle loro turpi voglie alcune ragazze. Ma a me interessava soprattutto quello che accadde dopo. L’avvocato Teresi, inizialmente acclamato come portatore della verità, in seguito venne accusato di avere infangato il paese. Messo da parte come un appestato, dopo avere ricevuto alcune minacce, fu costretto a scappare negli Stati Uniti. Non ho voluto fare un libro anticlericale, ma puntare l’indice su un fenomeno assai diffuso oggi nel nostro Paese, ovvero il rifiuto della conoscenza della verità».
Una storia che richiama l’attualità, il dibattito sulle intercettazioni e la legge bavaglio. L’Italia non è cambiata?
«Direi proprio di no, per questo scrivo questi romanzi storici. Naturalmente io ho romanzato la storia, ma il punto di partenza è assolutamente autentico, come testimoniano anche alcuni articoli che scrisse sulla vicenda don Luigi Sturzo. Sono stato profetico perché questo libro è di quattro anni fa. Poi Sellerio ha preferito pubblicare prima altri miei romanzi e questo esce ora».
Non a caso ora, forse?
«Non a caso. A me, quello che preme, non è tanto lo scandalo dei preti. A me interessa questo ribaltamento di atteggiamento verso la persona che aveva rivelato la verità. L’invito, allora come oggi, è quello di farsi i fatti propri. Mettere il dito in cose sgradevoli, poi si ritorce quasi sempre, in Italia, contro chi ha messo il dito. Teresi rimase completamente isolato, nessuno intervenne in sua difesa e fu perfino scomunicato dall’arcivescovo di Cefalù. Oggi si fa il processo a chi divulga le intercettazioni, non a chi ha detto le cose intercettate. In ogni caso, oggi, grazie alla possibilità d’informazione, non tanto per le vie ufficiali, vale a dire tv e e stampa, ma attraverso il web, diventa quasi impossibile celare le notizie».
Che atteggiamento ebbe la Chiesa?
«Lo stesso che ha avuto con i preti pedofili, cioè cercare di coprire, di risolvere la cosa all’interno della propria organizzazione. La vicenda venne fuori perché un prete confessò di avere messo incinta una minorenne e da quel momento iniziò l’indagine di Teresi. I sacerdoti, due andarono in galera, gli altri furono sospesi a divinis. Ma a me preme di più vedere come la Chiesa, assieme alla mafia, al potere e alla nobiltà, poi, faccia in modo che questo povero disgraziato debba scegliere tra la morte o l’andare in America. E sceglie l’America».
E’ di pochi giorni fa la notizia che la Bbc ha acquistato tutta le serie di Montalbano.
«E’ una bella soddisfazione. Mi auguro che la trasmettano sottotitolata. Se ben fatti, i sottotitoli funzionano meglio del doppiaggio, che comunque non potrebbe rendere il colore della cadenza siciliana. I miei libri sono distribuiti, con la stessa traduzione, sia negli Stati Uniti che in Inghilterra, ma vendo assai di più in Inghilterra. Tant’è vero che cominciano a scrivermi lettori inglesi. Significa che questo genere di poliziesco all’italiana incontra più favore in Inghilterra che negli Stati Uniti. Forse perché è meno sanguinolento dei prodotti americani, meno violento. Per questo penso che la serie andrà bene».
In Italia, invece, arriveranno quattro episodi nuovi con Montalbano- Zingaretti e sei con il Montalbano giovane-Michele Riondino. Un rischio proporre un attore diverso?
«E’ una sfida. Ho visto la prima puntata e mi ha rassicurato molto. Mi è sembrata ottima. Sarà una bella scommessa vedere il vecchio e il giovane Montalbano a confronto».
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