Donatella Barbetta
C’ERA da aspettarselo: papa Francesco, che nella rosa dei suoi film preferiti colloca Il pranzo di Babette, dà alla cucina l’importanza che merita. Lo abbiamo visto in piazza San Pietro sporgersi dalla jeep bianca e non solo accettare il mate che gli veniva offerto, ma anche sorseggiare, davanti alla solita marea di fedeli, il tradizionale infuso argentino attraverso una cannuccia. E poi sapevamo già che a Buenos Aires, da cardinale, amava prepararsi da solo i piatti che più apprezza. Ma a tavola preferisce sedere in compagnia, come testimonia una delle prime foto scattate all’interno di Santa Marta, la residenza scelta da Bergoglio al posto del palazzo apostolico: il Papa siede tra monsignori e collaboratori. Un’immagine che ha suscitato stupore, anche se ormai tutti si stando abituando al Bergoglio style.
ADESSO, però, il libro ‘Francesco. Vita e rivoluzione’, scritto da Elisabetta Piquè, giornalista argentina e amica di Bergoglio, ci racconta la gastronomia pontificia e le semplici abitudini del Papa: «Già alle 4,15 del mattino, quando si sveglia, dopo doccia, barba e preghiere, si prepara un paio di mate per colazione. E nel menu di Santa Marta ha ‘imposto’ il dulce de leche, il suo dessert preferito». Per i più curiosi, si tratta di una crema a base di latte e zucchero. Ma non è tutto: «Francesco è un Papa masterchef — dice Piquè — sa preparare un’ottima paella».
RIFLETTORI puntati anche sul pomeriggio del Pontefice: «Ogni giorno, intorno alle 17, Bergoglio, rigorosamente da solo, prende il cappuccino alla macchinetta del caffè di Santa Marta, tirando fuori di tasca sua i 30 centesimi necessari. E ha l’abitudine — aggiunge Piquè — di offrire brioche alle guardie svizzere».
Del resto, nel collegio Massimo de San Josè, a nord-est della provincia di Buenos Aires, dove Bergoglio studiò teologia e filosofia e poi divenne rettore, era abituato a preparare il pranzo per i suoi studenti, quando non c’era la cuoca. In un’occasione disse: «Non ho mai ammazzato nessuno con il mio cibo». E chi lo conosce davvero bene, come la sorella Maria Elena, subito dopo l’elezione al soglio pontificio, ha rivelato al mondo che «lui cucina benissimo, fa dei calamari ripieni da urlo».
E ANCHE Stefania Falasca, un’altra giornalista amica di Bergoglio, ricorda che al Papa piace regalare «gli alfajores Havavva, i tipici biscotti ripieni di dulce del leche argentino». E in uno dei suoi discorsi è ricorso a uno spunto enologico. Buono «come il buon vino, che con gli anni diventa più buono, doniamo ai giovani la sapienza della vita».
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