custom logo
Verso la Spagna con BaldisserriLeo Turrini - 10 maggio 2016

Sono reduce da una conferenza in compagnia di Luca Baldisserri.

Il Baldo!

Quando qualcuno più bravo di me scriverà la storia della Ferrari dei tempi d’oro, non potrà tacerne il ruolo.

Perché Luca c’era e ha contribuito ai quattordici (14) titoli iridati conquistati dalla Rossa tra il 1999 e il 2008.

Gli ho chiesto di raccontarmi che cosa sta facendo adesso e cosa pensa, da fuori, della Formula Uno, visto che pochi mesi fa ha lasciato l’azienda di Maranello.

La gente che lo ha ascoltato si è molto divertita.

‘Io non ho nostalgia dei Gran Premi. Non ci tonerò più, appartengono al passato. In generale penso che quando sei un ex devi continuare a voler bene al mondo che hai frequentato, lasciando lavorare chi è venuto al posto tuo…’

‘Mi occupo del giovane Strotl e seguo le attività del team Prema. Sto seguendo anche Mick Schumacher, il figlio di Michael. Giusto martedì abbiamo fatto dei test a Imola. Su Mick pesa il cognome che porta, in Germania praticamente è assediato dalle curiosità dei media. E’ inevitabile!….’

‘Di suo padre ha il metodo, quando stava nei kart il papà gli ha trasmesso qualcosa. E’ presto per dire dove potrà arrivare e questo vale anche per Stroll. Comunque, se sbarcassero in Formula Uno, io li guarderei in televisione, è una vita che non fa più per me…’

‘Per la Ferrari di oggi faccio il tifo. Non conosco da vicino le problematiche della Scuderia, ricordati che con i Gran Premi ho chiuso a primavera del 2009 e sono passati tanti anni. A me piace poco la piega che ha preso l’automobilismo, la Formula Uno è diventata troppo lontana dai desideri della gente comune, bisognerebbe riavvicinarla alla passione del pubblico….’

‘Sai, quando si valutano i risultati della Rossa non sarebbe male tenere presente una cosa, che valeva anche per il periodo in cui io ero attivo ai box. A Maranello abbiamo sempre avuto la tendenza a concentrarci molto sull’immediato, sulle esigenze del presente. Sottovalutando l’impatto dei cambiamenti di regole. Ricordi il 2005? Il divieto di cambiare le gomme in gara ci spiazzò. E il 2009, le novità aerodinamiche? Magari il doppio diffusore era  illegale, ma ci trovammo spiazzati. La stessa cosa mi pare sia accaduta con il 2014 e il ritorno della tecnologia turbo…’

‘Quando resti indietro di fronte ad una novità, rimontare è molto, molto difficile. O cambiano le regole o devi avere pazienza. Ma con la Ferrari non è semplice, per la pubblica opinione, avercela, la pazienza. Io arrivai in azienda nel 1989, abbiamo vinto il primo mondiale costruttori dieci anni più tardi, basta come esempio?…’

‘Jean Todt e Ross Brawn in quell’epoca sono stati fondamentali. E’ la scoperta dell’acqua calda, dirai tu. Sì, è la scoperta dell’acqua calda. Entrambi aveva una capacità preziosissima: riuscivano a fare lavorare la gente assieme. E aggiungo che il francese riusciva a imbrigliare le intemperanze di Montezemolo. Senza di loro non è stata la stessa cosa…’

‘Onestamente non ti so dire se Maurizio Arrivabene e James Allison siano della stessa pasta. Maurizio è arrivato in Ferrari quando io stavo uscendo e Allison quando c’ero io non faceva il direttore tecnico. Speriamo, non mi riconosco negli ex che gufano, che tifano contro, li trovo tristi…’

‘Schumi era un grande anche fuori dalla pista, perché ti faceva comprendere quanto fosse importante per lui il gruppo, la squadra. Fuori Gran Premio almeno una volta alla settimana mi chiamava, voleva sapere cosa stava facendo il tal tecnico e se il tal meccanico era in forma. Non spenderò altre parole per spiegare quanto sia stato importante per noi…’

‘Alonso in pista è forte come Vettel. Ma ad Alonso manca tutto quello che Vettel ha fuori dalla pista. Seb si cala nella dinamica di una squadra, non si considera mai come figura singola. Poi si capisce che se non hai la macchina non è che vinci con il cuore e con lo spirito, ma il cuore e lo spirito ti aiutano, se la macchina è buona…’

‘Questo dominio schiacciante della Mercedes non me lo aspettavo. Numeri alla mano sono più dominanti della mia Ferrari, della Ferrari di Schumi, Todt, Brawn, eccetera. Ho capito che hanno iniziato a preparare l’era turbo con due anni di anticipo, mentre sui limiti di Maranello a cospetto delle grandi svolte tecnologiche mi sono già espresso. La differenza è maturata lì…’

‘Quella volta delle quattro soste di Schumi in Francia? Eh, magari ci facciamo un libro, però lo puoi scrivere solo tu…’