VEDI I VIDEO Giacomo Trinci e altri poeti a Castelfiorentino (2005) , Giacomo Trinci su Svevo, con sue poesie dedicate allo scrittore (2012) , Giacomo Trinci legge da “Inter nos” (da 5:00, 2013) , Sabina Guzzanti imita Barbara Palombelli , “Sant’Ambrogio” di Giuseppe Giusti
Firenze, 22 febbraio 2015 – Con un premio a lui intitolato, Monsummano Terme onora di anno in anno il poeta ottocentesco Giuseppe Giusti. Un premio double-face, secondo la duplice connotazione del dedicatario, che è stato insieme un campione della satira e un letterato illustre. È così che il “Premio Giusti” abbina puntualmente due vincitori: in questa XXIV edizione l’attrice Sabina Guzzanti e il poeta Giacomo Trinci.
Per un personaggio noto come Sabina Guzzanti basti ricordare che le sue graffianti e discusse imprese hanno previsto il teatro (è attrice diplomata all’Accademia Nazionale Silvio d’Amico), la televisione (da “La TV delle ragazze” e “Avanzi” a “Un due e tre stella”) e il cinema (da “Viva Zapatero!” e “Draquila” al recentissimo “La trattativa” presentato alla Mostra di Venezia). Impavida regina della satira, impegnata e intransigente, in lei, com’è stato detto, la bravura e la perfidia si bilanciano. Tra le sue imitazioni più famose Moana Pozzi, Barbara Palombelli e Lucia Annunziata, e sul versante politico D’Alema e Berlusconi.
Nel settore letterario si è imposto invece Giacomo Trinci, eccellente poeta pistoiese cui è stata riconosciuta la piena maturità del suo ultimo libro, “Inter nos” (Aragno). Per chi segue questo blog l’eccellenza di Trinci è all’attenzione, ed è sufficiente rimandare a due dei post a lui dedicati: La madre di Giacomo Trinci e Pinocchio secondo Giacomo Trinci. Bravissimo Giacomo! Possiamo dire, senza alcuna forma di sterile vanagloria ma con affettuoso orgoglio, che siamo stati tra i primi e primissimi a credere nella tua straordinaria poesia? E che commenti e quanti mi piace hai raccolto in calce ai due post a cui direttamente rinviamo… Ancora bravissimo Giacomo, complimenti!
Al “Giusti” c’è anche un riconoscimento per l’”opera prima”: è andato a Viviana Faschi per “Lo spleen di Milano” (NEM). La premiazione ieri pomeriggio al Teatro Yves Montand.
Marco Marchi
Da Inter nos
…il vento dell’ala dell’imbecillità.
C. Baudelaire
non gli riesce niente
a fare niente non gli è mai riuscito,
neanche l’inattivo agisce in lui,
per lui tutto è nel fare spento,
inoperoso agisce, annaspa a mezzo fare
e ride un poco, buono, non si tiene,
spisciancola di qua, di là,
sui muri adulti del dovere,
si direbbe, volendo definire
quel che non può finire,
definire per nulla,
il giorno s’alza, sbalza ogni pensiero,
da un luogo all’altro,
al margine dei fiori,
tiranneggia il possibile, lo tiene
in potenza, potentemente,
sbaglia sempre, fallisce,
ma non fallisce bene,
sempre si tiene al mezzo,
non sfinisce la tela,
a fare niente – bene non riesce,
non riesce all’inettitudine,
perchè c’è sempre quel qualcosa
che un poco c’è, disamato ma c’è,
inconcluso ma vivo,
quindi sbadiglia e ride,
come un idiota vero, come il cielo,
i gigli del campo, vero, gli uccelli,
…….
uccelli del cielo,
gli arride l’alba, il mattino,
gli cola saliva dal mento, beato,
lo guarda guardare che mangia,
lo mangia il bisogno, la cura,
non dura la fame, neppure,
lo stronca, o lei pure si sazia,
una volta, lei pure si spegne,
e lui piange, forse, si bagna,
di lacrime e piscio,
di là, mentre l’acqua ristagna…
mio rivo, poi canta, lui vivo,
ecco che torna, si prova a sorridere
agli altri, per farsi gentile –
vedere, parere d’intorno,
elegante, gentile, sparire,
poi pensa, ma non gli riesce,
pensare è assai duro, è da grandi,
poi canta da solo, rigira la strofe,
balordo, gli occhioni celesti, contado,
di campi l’odore,
dell’erba l’idiota sapore,
poi tenta un fraseggio di luce
che vede lontano sparire,
di subito in subito, muore…
Giacomo Trinci
(da Inter nos, 2013)
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