{{IMG_SX}}Roma, 11 dicembre 2008 - In Italia si registra un mini baby-boom. Lo testimonia l'Istat con Sabrina Prati, responsabile delle statistiche sulle nascite, sottolinea:  "Con 560mila neonati circa nel 2007, nel nostro Paese si sta vedendo un’inversione di tendenza dopo 30 anni di denatalità. Un fenomeno legato soprattutto all’aumento delle mamme straniere, ma anche delle italiane che hanno fortemente posticipato l’esperienza del parto e finalmente si sentono pronte".

I dati sono stati resi noti  a margine della presentazione del Porgetto Euro-Peristat, coordinato in Italia dall’ospedale Bambino Gesù di Roma.
Dopo il picco di bebè registrato alla metà degli anni ‘60 con i figli del baby-boom - e più di un milione di nascite in un anno - "i neonati si sono via via ridotti, fino ad arrivare al minimo storico del 1995, quando abbiamo toccato una media di 1,19 figli per donna, la più bassa mai registrata in assenza di guerre o calamità".


Il dato, segnala la studiosa "è di 1,36 figli per donna, ma solo con due a testa si arriva alla quota necessaria per assicurare a un Paese la stabilità da un punto di vista demografico".


I segni di una ripresa comunque ci sono: il ritorno delle culle è "dovuto in parte ai 70mila bimbi l’anno con almeno la mamma straniera, ma anche alle tante italiane che hanno posticipato il momento di avere figli e oggi decidono di essere pronte. Donne che stanno realizzando un’inversione di tendenza, anche se è ancora presto per dire se questo trend proseguirà, come invece è probabile che accada per le madri straniere".


Insomma, resta l’enigma delle italiane non più giovanissime, che dopo anni di studio e carriera arrivano alla soglia dei 40 anni senza aver partorito. Decideranno di farlo, o rinunceranno? "In ogni caso l’Italia, per i suoi dati sulla natalità, è un caso di studio in Europa, fino a poco tempo fa insieme a Grecia e Spagna". Oggi invece sono i Paesi dell’Est a dover fronteggiare, insieme al nostro, la latitanza della cicogna, conclude la Prati.