Giovedì 25 Aprile 2024

LIBRO

Lorenzo Sani

ROMA

CINQUEMILA tra appartamenti, ville, negozi, soltanto a Roma. Un patrimonio inestimabile, nel senso letterale del termine, perché i bilanci vaticani ricordano il corso dei fiumi carsici che a un certo punto si inabissano nel sottosuolo e non sempre tornano alla luce. Quelle abitazioni che valgono almeno 4 miliardi non ospitano profughi e bisognosi come vorrebbe papa Francesco, che vive in 70 metri quadri, studio compreso, ma alti prelati, monsignori, raccomandati di ogni ordine e grado, vip, politici, amici degli amici, che spesso pagano affitti irrisori.

Sono decine i porporati che vivono nel lusso, anche più del cardinal Bertone, al quale la fondazione del Bambino Gesù pagò quasi 24mila euro per l’affitto di un elicottero, quando da Roma alla Basilicata si sarebbe potuto spostare in automobile. Pietro Parolin, segretario di Stato, dopo due anni in convitto si è trasferito nello sfarzoso appartamento che fu dello stesso Bertone, decorato con affreschi della scuola di Raffaello. L’arcivescovo Carlo Maria Viganò, nonostante sia nunzio apostolico negli Stati Uniti dal 2011, mantiene a Roma i suoi 250 metri quadri nella gendarmeria vaticana, mentre il cardinale Pell vive nella torre San Giovanni, giardini vaticani, 300 metri quadrati, così come i porporati Giuseppe Versaldi, Mauro Piacenza e Fernando Filoni, prefetto di Propaganda Fide, che abita sopra il Gianicolo. Il cardinale Francesco Marchisano viveva in 600 metri quadrati a San Callisto, monsignor Josef Clemens, già molto vicino a Ratzinger, dimora in un appartamento al Sant’Uffizio, con salone del Seicento affrescato e vista su San Pietro. Divide lo stesso piano col cardinale Velasio De Paolis.

CON IL SUO Avarizia ’ pubblicato per Feltrinelli e da domani in libreria, il giornalista dell’ Espresso Emiliano Fittipaldi porta alla luce il tesoro della Chiesa cattolica, gli affari, i personaggi ambigui, gli scandali che ne hanno attraversato la storia più recente, fino alla Torre inespugnabile dello Ior, la banca vaticana, che ancora oggi è lontana dalla trasparenza annunciata, nasconde ancora troppe carte e coi suoi quattro fondi di beneficenza è abile a incassare, molto meno a elargire. La realtà smentisce la nota del rapporto 2015 secondo cui «attraverso tali fondi sono stati effettuati significativi esborsi per beneficenza nel corso degli anni»: il fondo della Commissione cardinalizia del cardinal Santos Abril y Castelló non ha scucito un euro (è in attivo di 425 mila), quello per le opere missionarie (+139mila), alle missioni ne ha versati solo 17mila, quello che finanzia le ‘Sante Messe’ (+2,7 milioni), ai sacerdoti ha destinato solo 35mila euro.

E pensare che la curia vaticana ha chiuso il 2013 con un buco di 77 milioni. Poi c’è la sanità, coi suoi ospedali, che mungono denaro pubblico, ma non pagano dazio, c’è l’industria dei miracoli e dei santi. Una montagna di denaro, custodito in tanti forzieri, tra questi, Ior a parte, sicuramente l’Apsa, l’Amministrazione del patrimonio della Sede apostolica, presieduta da monsignor Domenico Calcagno, una passione mai celata per le armi da fuoco, patrimonio da 2,7 miliardi, la congregazione Propaganda Fide (450 milioni), la Casa sollievo della sofferenza (con le donazioni l’ospedale di Padre Pio ha un portafoglio di 37 palazzi valutato 190 milioni), il Fondo pensioni dei dipendenti, che possiede immobili per 160 milioni. Tanta opulenza strizza l’occhio alla finanza, soprassedendo sulle valutazioni etiche di certi investimenti, come quelli del Bambino Gesù, che compra azioni della Exxon, la multinazionale del petrolio e dei disastri ecologici o addirittura come quelli della diocesi di Maribor, Slovenia, che ha acquistato una tv che trasmette anche film porno. Sicuramente l’inchiesta di Fittipaldi, corposa e documentata, sarà un colpo allo stomaco.

O FORSE no, come auspicano le gole profonde che hanno fornito carte e riscontri al giornalista. «Francesco deve sapere che le fondazioni intitolate a Ratzinger e a Wojtyla hanno in banca oltre 15 milioni, che le offerte dei fedeli attraverso l’Obolo di San Pietro non vengono spese per i più poveri, che la Fondazione del Bambino Gesù, nata per raccogliere le offerte per i piccoli malati, ha pagato parte dei lavori nella nuova casa del cardinale Tarcisio Bertone. Deve sapere che il cardinale George Pell, è finito in un’inchiesta australiana sulla pedofilia e ha speso per se stesso e i suoi amici, tra stipendi e vestiti su misura, mezzo milione di euro in sei mesi».