"In Italia sono agevolati soltanto gli investimenti nel debito pubblico, gravati dall'aliquota ridotta del 12,5% di tassazione per favorirne il collocamento" mentre "il risparmio collocato in liquidità subisce l'aliquota del 26%". E' quanto ha lamentato il presidente dell'Abi Antonio Patuelli nel suo discorso alla 99esima Giornata Mondiale del Risparmio puntando il dito sul fatto che "gli investimenti nelle imprese di ogni genere sono gravati dal massimo della tassazione: il 24% di IRES sugli utili, più l'IRAP, più il 26% di "cedolare secca" sui dividendi percepiti dai risparmiatori, più l'imposta patrimoniale del bollo e l'addizionale del 3,5% sugli utili delle banche". In pratica, secondo Patuelli, "si tratta di una tassazione complessiva che supera il 50% e non incoraggia il risparmio a dirigersi verso investimenti produttivi". Patuelli ha quindi sottolineato che "il risparmio è energia fondamentale per lo sviluppo e l'occupazione: occorre riformare e ridurre rapidamente la pressione fiscale sul risparmio investito a medio e lungo termine in Italia". Anche perché "Gli investimenti del risparmio nell'economia produttiva non producono rendite, ma rendimenti più o meno basati sul rischio. Occorre non confondere e distinguere i rendimenti investiti in attività produttive a medio e lungo termine, rispetto alle operazioni speculative a brevissimo termine".
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Patuelli, il fisco favorisce solo i Btp
Tassazione troppo alta non incoraggia investimenti, va ridotta
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