
"L'incidenza del debito" pubblico italiano "sul prodotto nel prossimo triennio segnerebbe una riduzione solo marginale, con rischi tendenzialmente al rialzo". Lo afferma la Banca d'Italia nel suo ultimo bollettino economico. "Secondo i nuovi obiettivi di finanza pubblica - aggiornati dal Governo alla fine di settembre - nel 2023 l'indebitamento netto e il debito in rapporto al Pil continuerebbero a diminuire e si collocherebbero rispettivamente al 5,3 e al 140,2 per cento", ricorda Bankitalia, spiegando che "è programmata per il 2024 un'espansione del disavanzo rispetto al quadro a legislazione vigente di circa 0,7 punti percentuali del prodotto. L'indebitamento netto scenderebbe gradualmente nei prossimi anni, fino al 2,9 per cento del Pil nel 2026". "In particolare l'obiettivo del governo per il rapporto al termine dell'orizzonte della Nadef è pari al 139,6 per cento. Secondo i programmi, nei prossimi anni gli effetti positivi del differenziale tra crescita e onere medio del debito e del saldo primario - che tornerebbe gradualmente in avanzo - riuscirebbero solo a compensare gli impatti negativi di una significativa componente stock-flussi", spiega Bankitalia nel suo ultimo bollettino a proposito del rapporto debito-Pil. "Quest'ultima è influenzata al rialzo dall'utilizzo in compensazione dei crediti di imposta per l'edilizia e al ribasso dalla pianificata riduzione delle giacenze di liquidità del Tesoro e da proventi derivanti da privatizzazioni (per almeno un punto percentuale del Pil nell'arco del triennio). Come evidenziato peraltro da analisi incluse nella Nadef - aggiunge la Banca d'Italia - per la dinamica discendente del rapporto tra il debito e il Pil permangono rischi non trascurabili sia nel breve sia nel medio e lungo termine. Questi vanno contrastati non solo con l'azione di finanza pubblica ma anche con riforme capaci di rafforzare la crescita potenziale", conclude Bankitalia.