Giovedì 25 Aprile 2024

Apple, Tim Cook scrive ai dipendenti. "Ecco perché dico no all'Fbi"

L'azienda di Cupertino contesta l'ordine del governo Usa di creare un software ad hoc per sbloccare l'Iphone del terrorista di San Bernardino. In una mail il Ceo Apple elenca le ragioni: "A rischio la sicurezza di tutti"

Tim Cook, Ceo Apple (Afp)

Tim Cook, Ceo Apple (Afp)

Roma, 22 febbraio 2016 - L'ad Tim Cook difende la posizione di Apple nella diatriba con l'Fbi, spiegando dettagliatamente - in una mail indirizzata a tutti i dipendenti  - perché l'azienda di Cupertino non ha intenzione di forzare l'iphone del terrorista di San Bernardino. "La posta in gioco - ribadisce Cook - è la sicurezza dei dati di centinaia di milioni di persone che rispettano la legge". "Come singoli individui e come azienda non abbiamo alcuna tolleranza o simpatia per i terroristi", specifica Cook, che ribadisce di non volersi mettere contro il governo su una tematica simile.  Ma, come già dichiarato dal Ceo giorni fa, realizzare un software che sia in grado di bypassare il blocco della schermata - così come chiesto dal governo Usa -  significherebbe creare "un pericoloso precedente che minaccia le libertà civili di tutti". 

Nella lettera, Tim Cook racconta di essere bersagliato di messaggi da parte di clienti che chiedono ulteriori spiegazioni in merito alla scelta di Apple. E' per questo che il manager ha deciso di allegare alla mail anche una scheda con le QA (Questions and Answers), le domande più frequenti e le relative risposte sul caso.

Perchè Apple contesta l’ordine del governo?

"Il governo ha chiesto ad Apple di creare una versione ad-hoc di iOS che aggiri le protezioni di sicurezza nella schermata di sblocco dell’iPhone". Questo consentirebbe di "trovare velocemente un codice inserito dall’utente", ma avrebbe, secondo Cook, due importanti implicazioni: - con il nuovo software sarebbe molto "semplice sbloccare un iPhone, pur non conoscendo il codice memorizzato dall’utente", con ripercussioni negative per "la nostra sicurezza e la nostra privacy".  - rispettare l'ordine del governo creerebbe un "precedente legale che estenderebbe i poteri del governo in qualsiasi altro caso. E se in futuro ci fosse ordinato di creare software ad-hoc per registrare le conversazioni o monitorare la posizione GPS?"

E’ tecnicamente possibile fare ciò che il governo chiede?

Per Cook "è certamente possibile". Ma avverte: "L’unico modo per non rischiare di far finire questo strumento in mano a criminali informatici è quello di non crearlo". 

Apple ha mai sbloccato iPhone per le forze dell’ordine in passato?

Non esiste un precedente simile, scrive Cook. Alle forze dell'ordine "forniamo tutte le informazioni in nostro possesso". Per i dispositivi con iOS 7 o antecedenti, "abbiamo sempre estratto i dati dell’iPhone incriminato su richiesta del tribunale". A partire da iOS 8 in poi, le cose sono cambiate. Neanche l'azienda stessa è in grado di accedere al telefonino senza conoscere il codice di criptato. 

Il governo dice che la vostra decisione ha solo un valore di marketing, è vero?

L'ad Apple si difede da questa accusa: "Tutto quello che facciamo sulla sicurezza lo portiamo avanti per i nostri clienti. Siamo convinti che se dovessimo fare ciò che chiede il governo, creando una backdoor su iPhone, non solo faremmo qualcosa di illegale verso i nostri utenti, ma metteremmo a rischio la sicurezza di milioni di cittadini bravi e onesti". 

Ci sono altri modi per aiutare l’FBI?

Abbiamo fatto tutto quello che è in nostro potere nel rispetto della legge. Cook spiega anche come il Federal Bureau sia incappato in un errore, quello di modificare la password dell'Id Apple associata all'iphone dell'attentatore. Il che "ha significato non poter più accedere ai servizi iCloud. Noi abbiamo già consegnato al governo le copie di backup iCloud memorizzate dal terrorista, ma avremmo potuto fornire i backup più recenti" senza quella modifica della password. 

Cosa bisogna fare ora?

CooK auspica che il governo ritiri le sue richieste e formi "una Commissione che possa legiferare in materia".