Londra, 14 aprile 2011 - A due mesi dal lancio statunitense, il nuovo algoritmo del motore di ricerca Google sbarca in in Gran Bretagna. Si chiama 'Panda' ed è l'aggiornamento di 'Pagerank', la tecnologia che fece la fortuna del software Google. La sua introduzione ha comportato una ristrutturazione dei risultati di ricerca del motore, che ha penalizzato alcuni siti al tempo in testa alle liste, ora ridotti alla quasi invisibilità.

Google spiega che il nuovo algoritmo sanziona da una parte i siti che non producono contenuti originali, e dall'altra raffina il meccanismo che avvantaggia i siti più referenziati. Questo criterio, già alla base del funzionamento del 'primo Google', si basa sul presupposto che la qualità dei siti sia direttamente proporzionale al numero di piste web che vi convergono; grosso modo al numero di 'links' che vi portano.

Come segnala 'Le Monde' riportando i dati dell'impresa specializzata 'Searchmetrics', la presenza sulle pagine Google di Moneypage e Voucherstar è calata del 99%. La versione britannica di e-Bay ha invece guadagnata il 42% della visibilità. Ma le cose non vanno da sé: 'The Guardian' nota per esempio che anche Pocket-lint ha subito un forte declassamento, pur rispondendo ai criteri di selezione resi noti da Google.

Un buon posizionamento su Google è vitale per la sopravvivenza di siti a scopo commerciale: su BigG passa oltre l'80% del traffico. Google ha pertanto senz'altro una posizione dominante sul mercato mondiale nel campo della pubblicità e della visibilità (che ne è il presupposto)  in internet. Quando i risultati delle sue ricerche non rispondono ai criteri che dice di applicare, si comprende l'accusa mossa a più riprese dai protagonisti dell'e-commerce.

Inoltre, come sottolinea 'Le Monde', i grandi siti di proprietà dell'azienda di Mountain View come 'Blogger', 'Youtube' o 'e-Bay', non solo non vengono svantaggiati dagli aggiornamenti sofware del motore, ma ne ricevono di volta in volta beneficio. A ciò si aggiunge che i tanto decantati criteri di ricerca non hanno alcun modo di essere verificati, e l'unica loro pubblicità è data dalla parola del fornitore del servizio.

Per tutti questi motivi, Google è attualmente posto sotto inchiesta da una commissione dell'Unione Europea, che esamina l'accusa dei siti danneggiati dalle sue operazioni. Tra questi, in particolare, Ciao.ko.uk: un sito di viaggi appartenenti a Microsoft, l'azienda software che ha subito più gravemente, ad oggi, la concorrenza dell'azienda californiana.