{{IMG_SX}}San Francisco (California, Usa), 4 maggio 2008 - Microsoft ha rinunciato ad acquisire Yahoo. La decisione è stata annunciata nella serata di ieri dal gigante del software dopo che il portale aveva respinto anche l'offerta di aumento a 33 dollari per azione -pari a 47,5 miliardi di dollari- insistendo per 37 dollari ad azione (53 miliardi). L'attesa svolta nella trattativa in corso da tre mesi non è arrivata. Microsoft puntava a prendersi Yahoo per rafforzarsi in vista della battaglia con Google per il controllo di Internet.

 

Ad annunciare la retromarcia di Redmond è stata una lettera dell'amministratore delegato di Microsoft Steve Ballmer, inviata ai vertici di Yahoo!, che è stata resa nota dal colosso informatico.
«Nonostante i nostri migliori sforzi, incluso l'aumento dell'offerta di circa cinque miliardi di dollari, Yahoo! non è apparsa disponibile ad accettare. Dopo un'attenta considerazione, riteniamo dunque che le cifre richieste da Yahoo! non abbiano senso per noi ed ed è nel migliore interesse di Microsoft, dei suoi azionisti e dei suoi dipendenti di ritirare la proposta», scrive il ceo.

In sostanza, dopo un negoziato durato tre mesi, è mancato l'accordo sul prezzo: la compagnia fondata da Bill Gates ha giudicata troppo onerosa la cifra di 53 miliardi di dollari per sfidare Google sulla pubblicità online. Microsoft aveva alzato l'offerta iniziale da 42,5 a 47,5 miliardi dollari. «Riteniamo - spiega l'amministratore delegato di Microsoft, Steve Ballmer, commentando la richiesta di Yahoo di non scendere sotto i 37 dollari ad azione per accettare l'offerta - che la richiesta economica di Yehoo non avesse senso per noi e che è nell'interesse dagli azionisti, degli addetti e degli altri azionisti di ritirare la nostra proposta».

 

Gli analisti ritengono che lunedì, alla riapertura di Wall Street, il titolo di Yahoo rischia di perdere circa il 30% e di scendere intorno ai 20 dollari ad azione, mentre venerdì, prima che Microsoft chiarisse la sua posizione, era salito di 7 dollari a 28,67 dollari ad azione. Molti analisti si sorprendono del fatto che Ballmer non abbia tentato un'Opa ostile su Yahoo a 33 dollari ad azione, mentre Ballmer, tra i motivi che l'hanno spinto a non scegliere questa strada, cita un possibile accordo tra Yahoo e Google sulla distribuzione della pubblicità online.

 

OCCHI PUNTATI SU AOL

A beneficiare della situazione, dopo la rinuncia di Microsoft a Yahoo, secondo l'agenzia di stampa Dow Jones, potrebbero essere Time Warner, colosso dei media e conglomerata dell'intrattenimento, e Aol, la sua divisione di servizi web, che potrebbe suscitare l'interesse delle due rivali.
Una situazione di questo genere fornirebbe una sorta di via d'uscita all'amministratore delegato di Time Warner Jeff Bewkes, costretto ad ammettere che Aol "ha dovuto affrontare problemi" e che non è mai riuscita a mettere completamente a frutto il proprio potenziale e a centrare gli obiettivi fissati all'epoca della fusione da 103,5 miliardi di dollari con Time Warner nel 2001.

Aol, messa sotto pressione dagli azionisti che vorrebbero vedere risultati immediati e convincenti, avrebbe tuttavia la migliore rete pubblicitaria locale, anche se la sua posizione dominante nel settore Internet è stata scalzata, fatto che rende chiaro come sia Microsoft che Yahoo potrebbero mettere gli occhi su Aol per meglio competere contro Google. Una transazione di questo genere sarebbe comunque complicata dal fatto che Aol è partner di Google, che detiene una quota pari al 5% nella società.


Secondo il Wall Street Journal, Yahoo e Aol avrebbero già avviato trattative per una possibile fusione, che darebbe a Time Warner una quota quasi pari al 20% nel portale di Sunnyvale, in California, e che valuterebbe Aol circa 10 miliardi di dollari.


Per l'amministratore delegato di Yahoo Jerry Yang il vantaggio di un'operazione di questo genere rispetto all'accordo con Microsoft sarebbe soprattutto il mantenimento dell'indipendenza della società e della propria posizione all'interno del gruppo di cui è cofondatore.

Per Microsoft invece Aol non è Yahoo, ma "è comunque un'alternativa credibile a quest'ultima", come aveva sottolineato l'analista Marianne Wolk, sottolineando che grazie ad Aol il colosso di Bill Gates riuscirebbe le proprie attività nel settore della pubblicità online. "Incorporando le vendite lorde di Advertising.com (la piattaforma pubblicitaria di Aol), Microsoft vedrebbe passare la propria quota di mercato nel settore dall'8 al 16%, poco al di sotto del 20% che avrebbe ottenuto fondendosi con Yahoo", aveva scritto Wolk.