{{IMG_SX}}New York, 28 marzo 2008 - La lunga marcia di Microsoft verso Yahoo! potrebbe interrompersi a Pechino. La scalata ostile di Redmond per aggiudicarsi il motore di ricerca, potrebbe infatti trovare un inaspettato ostacolo nella legge antimonopolio che entrerà in vigore in Cina il primo di agosto, e i cui effetti – riporta il New York Times - si estendono ben al di là dei confini e della sfera economica nazionale.


Secondo gli esperti in materia, questa legge intensificherà le norme antitrust stabilite in Cina nel 1993. Il nuovo ordinamento permetterà a Pechino di diventare la terza sfera di influenza giuridico-economica al pari dell'Unione Europea e degli Stati Uniti. Approvata formalmente dal Congresso nazionale del popolo lo scorso anno, la legge consente alle autorità di esaminare le fusioni societarie che avvengono all'estero e che coinvolgono acquisizioni di compagnie cinesi o che interessano investimenti di capitali stranieri in operazioni condotte da aziende locali.

Questa nuova norma consentirebbe alla Cina di poter dire la sua sulla scalata di Bill Gates, perché nell'agosto del 2005 Yahoo investì circa un miliardo di dollari in www.Alibaba.com, il più grande sito di e-commerce cinese. Con questa somma Yahoo si garantì il 40 per cento dell'azienda. E se ciò non fosse abbastanza, Pechino, secondo quanto afferma l'agenzia di stampa Nuova Cina, potrebbe considerare l'operazione condotta da Bill Gates come pericolosa per la sicurezza nazionale.

"La legge che entrerà in vigore il primo di agosto - afferma Nathan G. Bush, uno specialista delle normative antitrust presso lo studio O'Melveny & Myers a Pechino - rappresenta l'ascesa della Cina, che potrà contendere a Bruxselles e a Washington il potere di influenzare i mercati a livello globale. Le multinazionali dovranno sempre di più sviluppare strategie ad hoc per ogni mercato in cui operano".

Secondo il New York Times, ci sono potenzialmente decine di Stati che potrebbero reclamare un ruolo nell'acquisizione di Yahoo, perché un affare del genere potrebbe trasformare Internet in un duopolio targato Microsoft e Google. "Non credo che nessuno si sia mai messo a pensare in quale luogo si debba giudicare la liceità di una fusione che coinvolge la Rete, visto che il Web è diffuso in tutto il mondo e un'operazione del genere avrebbe effetti globali", commenta Andrew I. Gavil, professore di legge della Howard University.



In ogni caso, la posizione che la Cina deciderà di adottare sull'acquisizione di Microsoft sarà guardata con estrema attenzione da politici, economisti e privati, per cercare di capire se Pechino sullo scacchiere mondiale degli affari deciderà di adottare un ruolo cooperativo o nazionalistico