Giovedì 18 Aprile 2024

Ecco Sarahah, liberi tutti sul web. Spopola l'app dei messaggi anonimi

Il nuovo social nato in Arabia sdogana le critiche. E anche gli insulti

La nuova app permette di inviare messaggi in forma anonima

La nuova app permette di inviare messaggi in forma anonima

Roma, 14 agosto 2017 - Se c'è qualcosa che avreste sempre voluto dire al vostro capo, a un amico o alla donna dei vostri sogni, ma non avete mai avuto il coraggio di farlo: niente paura. Oggi c'è Sarahah, la nuovissima app che permette di inviare messaggi anonimi senza permettere a chi li riceve di replicare e, soprattutto, senza la possibilità di essere rintracciati dal destinatario.

Il nome della app, appena sbarcata in Italia, in arabo significa "onestà" e già dice tutto. A svilupparla, il 29enne saudita Zain al Abidin Tawfiq, impiegato in una compagnia petrolifera come analista di sistema e laureato in scienze informatiche. L’idea originaria era quella di permettere ai dipendenti delle aziende di mandare messaggi sinceri ai propri capi, senza subire ritorsioni. Allo stesso tempo, tramite la app, si possono denunciare senza vergogna e paura molestie sessuali o mobbing sul lavoro. All’inizio, nel 2016, Sarahah era solo un sito internet in cui si potevano inviare messaggi anonimi agli iscritti. Uno strumento per poter aggirare barriere e gerarchie molto forti nella cultura saudita.

A fine 2016 però, Tawfiq, stanco del fatto che la sua idea non decollasse sulla rete, si è rivolto a un amico ‘influencer’. Da qui la rivoluzione. Nel giro di pochi giorni, il numero degli utenti è passato da 70 a più di un migliaio, fino a varcare i confini dell’Arabia Saudita, per arrivare, all’inzio di quest’anno, in Egitto. In questo Paese ha avuto un successo travolgente che ha spinto lo sviluppatore a far sbarcare Sarahah sugli smartphone. Il 13 giugno scorso la app è stata rilasciata sull’Apple Store e, in seguito, su Google Play Store e ha iniziato subito a scalare le classifiche nazionali di Canada, Stati Uniti, Australia ed Europa. Gli utenti registrati ora sono 14 milioni, con circa 20 milioni di visitatori unici, conteggiati tra app e sito internet.

Adecretarne il successo, però, anche in Italia, non sono stati i lavoratori, per i quali la app era stata creata, ma gli adolescenti che hanno preso d’assalto il nuovo social e iniziato ad inserire il link dell’iscrizione a Sarahah nelle loro storie su Instagram e nei video di Snapchat, chiedendo di dare giudizi alle loro storie, in forma anonima. L’arrivo di Sarahah, però, scoperchia di nuovo una situazione già esplosiva. Da tempo i social, in primo luogo Facebook, cercano di arginare messaggi d’odio, minacce, stalking e cyberbullismo che però, sulle loro pagine, almeno hanno un mittente rintracciabile che può essere perseguito. Con Sarahah, invece, l’anonimato potrebbe garantire l’impunità ai leoni da tastiera e colpire una fascia già fragile come quella adolescenziale. Una paura rafforzata dai precedenti sui social Ask.fm, Yik Yak e Whisper. Ancora più difficile, dunque, sarà trovare l’equilibrio tra la tutela della privacy e la prevenzione dei reati. Una preoccupazione che, evidentemente, colpisce anche il creatore della app, Zain al Abidin Tawfiq, visto che, già da ora, è possibile attivare nella app filtri per parole offensive, bloccare gli utenti e scegliere il pubblico dei messaggi. Ma non basta. Tawfiq ha annunciato che verranno studiate altre tutele da applicare in futuro per gli utenti della app.