Mercoledì 24 Aprile 2024

Il dispositivo laser della Nasa per cercare vita su Marte

L'Agenzia Spaziale Americana sta testando una tecnologia che rileva rapidamente la presenza di molecole organiche, da utilizzare a bordo di rover spaziali o in versione portatile

L'occhio del rover potrebbe trovare tracce organiche su Marte (Foto: Nasa)

L'occhio del rover potrebbe trovare tracce organiche su Marte (Foto: Nasa)

Al Goddard Space Flight Center della Nasa stanno testando una tecnologia che in futuro potrebbe aiutare l'uomo a individuare tracce di vita extraterrestre su altri pianeti. Lo strumento, chiamato BILI (acronimo di Bio-Indicator Lidar Instrument), era stato originariamente pensato per scovare la presenza di tossine e agenti patogeni in ambiente terrestre, ma ora gli scienziati pensano che possa risultare più utile a bordo di un rover marziano. COME FUNZIONA Una volta scelto l'obiettivo (ad esempio una nuvola di polvere), BILI emette un fascio laser che colpisce le particelle in sospensione rivelando la presenza o meno di molecole organiche. La classificazione è sommaria e non descrive nel dettaglio la natura del materiale biologico: il fisico Branimir Blagojevic ha però sottolineato che si tratta di una strategia d'analisi preliminare molto rapida, che snellirebbe il lavoro degli attuali rover, rimandando la raccolta e lo studio approfondito dei campioni in un secondo momento. VITA SU MARTE Blagojevic ha detto che la Nasa non si aspetta "di trovare organismi viventi su Marte". Tuttavia è plausibile che alcune forme di vita ormai estinte abbiano lasciato delle "impronte in superficie", offrendo a BILI la possibilità di rilevare la presenza di qualche biomolecola. Attualmente la Nasa non ha in programma di integrarlo su un veicolo spaziale, ma secondo Blagojevic lo strumento potrebbe essere pronto al lancio nel giro di 5 anni. I primi test in laboratorio, infatti, hanno dato risultati soddisfacenti e fanno ben sperare anche per un impiego nello spazio. RADAR IN VERSIONE PORTATILE Il prossimo rover destinato sul Pianeta Rosso partirà nel 2020, troppo presto per far spiccare il volo anche a BILI. Quel che accadrà negli anni successivi è invece ancora tutto da decifrare, visto che gli scienziati devono ancora tracciare una roadmap precisa. Blagojevic ritiene comunque che la tecnologia avrà un ruolo di rilievo nei piani della Nasa e che potrà essere utilizzata anche sotto forma di scanner portatile dai futuri equipaggi che sbarcheranno sul suolo di Marte.