Google Maps ti avvisa quando sta per arrivare un’inondazione

L’app di Google può creare una mappa delle inondazioni che accadano sulla terra e segnalare le zone in cui avverranno i futuri allagamenti

L'app di Google Maps su tablet

L'app di Google Maps su tablet

Tra non molto tutti gli utenti che utilizzano Google Maps potranno ricevere una notifica sul proprio smartphone se, nella zona in cui si trovano, è prevista un’inondazione più o meno grave. L’app di proprietà del gigante di Mountain View, infatti, sta sviluppando il Google Flood Hub: una mappa interattiva che segnala gli allagamenti in atto e avverte gli utenti dei possibili pericoli. Per il momento la feature copre tutto il territorio dell’India e del Bangladesh, ma presto sarà disponibile anche per i paesi dell'Asia meridionale e del Sud America, per poi coprire tutto il mondo, Italia compresa. Un’app che segnala e prevede le inondazioni La tecnologia può diventare uno strumento prezioso anche per evitare che allagamenti e piene dei fiumi diventino un pericolo per la popolazione che vive nelle zone interessate. La nuova app di Google, creata dal team Google Crisis Response sfruttando l’Intelligenza Artificiale messa a punto dall’azienda americana, si chiama Google Flood Hub ed è capace di avvertire gli utenti sulle inondazioni in corso in una determinata zona e su probabili alluvioni future. L’app, sviluppata in collaborazione con l'Indian Central Water Commision e con il Bangladesh Water Development Board, mostra sulle mappe di Google, direttamente dallo smartphone, il luogo preciso nel quale è in corso l’inondazione e l’orario previsto per l’arrivo della piena in una determinata zona. Google Flood Hub è anche in grado di comunicare agli utenti quale sarà l’altezza dell’acqua in relazione a quella degli esseri umani. Prima in India e Bangladesh e poi in tutto il mondo L’app di Google che segnala le inondazioni, come detto, è attiva al momento soltanto per i territori di India e Bangladesh ma gli ingegneri dell’azienda americana sono al lavoro per ampliare le zone coperte dalla nuova funzionalità, partendo dall’Asia meridionale e dal Sud America (territori ad alto rischio di alluvioni) per poi coprire tutto il territorio terrestre nell’arco di pochi anni.