Venerdì 19 Aprile 2024

Quanto inquinano i forni a microonde

Quasi quanto sette milioni di auto, producendo nell'Unione Europea tonnellate di anidride carbonica

Forno a microonde (foto iStock)

Forno a microonde (foto iStock)

Uno studio condotto dall'Università di Manchester rivela che nell'Unione Europea i forni a microonde inquinano quasi quanto sette milioni di auto. I ricercatori hanno stimato la quantità di anidride carbonica immessa nell'atmosfera usando il cosiddetto Life Cycle Assessment (LCA), un metodo che tiene conto dell'impatto ambientale dell'elettrodomestico lungo tutto l'arco della sua vita, dalla preproduzione allo smaltimento in discarica. TONNELLATE DI CO2 L'equipe ha preso in considerazioni dodici diversi fattori ambientali, scoprendo ad esempio che il solo processo di fabbricazione dell'elettrodomestico contribuisce per oltre il 20% all'esaurimento delle risorse naturali e ai cambiamenti climatici. Nel complesso, i forni a microonde utilizzati all'interno dei confini dell'UE emettono 7,7 milioni di tonnellate di diossido di carbonio (alias, anidride carbonica), l'equivalente dei gas prodotti in un anno da 6,8 milioni di automobili. MEGLIO STACCARE LA SPINA Il maggiore impatto sull'ambiente è tuttavia determinato dal consumo di corrente elettrica. In totale, i forni a microonde consumano circa 9,4 terawattora (TWh) di elettricità ogni anno, ossia la produzione energia elettrica di tre grandi centrali a gas. Lo studio evidenzia inoltre che, in un ciclo vitale di otto anni, il consumo medio è di 573 kilowattora (kWh), pari a una lampadina LED da 7 watt lasciata ininterrottamente accesa per quasi nove anni. Tutto questo, dicono gli scienziati, nonostante i forni a microonde trascorrano più del 90% della loro esistenza in modalità stand-by. DALLA CUCINA IN DISCARICA IN TEMPI (TROPPO) BREVI I forni a microonde sono tra gli elettrodomestici da cucina più ricercati nell'Unione Europea, con quasi 135 milioni di pezzi venduti entro il 2020. Lo sviluppo tecnologico e il ribasso dei prezzi, sottolineano i ricercatori, contribuiscono a un ricambio più rapido delle apparecchiature, che rispetto 20 anni fa hanno dimezzato la propria vita media (da 15 a 7-8 anni), contribuendo così all'accumulo di rifiuti elettronici.